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di Perfranco Baiamonte |
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Lideazione di
questo palazzo è da attribuirsi probabilmente a Giulio Romano,
architetto molto amico dei fratelli Thiene, commissionari dellopera; costoro facevano parte di una famiglia nobiliare tra le più
potenti ed prestigiose dEuropa, così avevano bisogno di una dimora
degna del loro nome: ed è per questo, che vollero un progetto grandioso,
che dava vita ad un edificio, che avrebbe occupato un area di 54 metri per 62
metri, ristrutturando ed ingrandendo il palazzo già esistente. Giulio Romano pare dunque e solo lideatore, poiché la realizzazione dellopera è da attribuire a Palladio, il quale, dopo la morte del primo, ne raccolse il compito nel 1546. Un esempio di diversa concezione architettonica tra i due artisti si nota nel colonnato del atrio centrale (a quattro colonne), assolutamente estraneo al Palladio e da attribuirsi al Romano, anche se il sistema delle volte è stato probabilmente modificato, così come la parte inferiore che dà sulla strada e quella del cortile; il piano nobile è da attribuire a Palladio, notare i capitelli e le trabeazioni. Allinterno del palazzo si trovano meravigliosi affreschi attribuibili ad artisti del tempo che va dal Vittoria al Ridolfi; inoltre, nel loggiato interno, del Palladio, sono collocate delle sculture, fra le più alte del Novecento. |