Piani di volo Torino e la sua storia
a cura di v.p.
 
L'Ottocento
parte 1
parte 2
parte 3
parte 4
parte 5
parte 6
parte 7
 
Torino e la sua storia
La Torino romana

La Torino medioevale

La Torino del '500

La Torino del '600

La Torino del '700

La Torino dell'800
 
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L'Ottocento - parte 6

Il Re Carlo Felice istituisce nel 1829 un ciclo di Esposizioni triennali per promuovere lo sviluppo della produzione industriale ed agricola. Questa tradizione si apre con la volontà di Torino di affermarsi come centro industriale e commerciale a livello europeo; quindi diventa convinzione diffusa che l’arte si debba legare a propositi di progresso civile ed industriale.

Le istanze modernistiche degli architetti piemontesi si concretizzano nell’eclettismo. Celebrato nell’esposizione del 1896, l’eclettismo è un movimento caratterizzato da un gusto aperto e discontinuo, che usufruisce di citazione degli stili precedenti. La borghesia industriale è la maggiore committenza, e per loro si progettano palazzi residenziali soprattutto nelle zone di corso Vittorio Emanuele e di via Pietro Micca. Già nel 1892 il Ceppi utilizza per un edificio di via Pietro Micca il cemento armato, che gli permette ardite soluzioni architettoniche.

La galleria tra piazza Castello e piazza Carlo Alberto, costruita da Pietro Carrera nel 1873, è un tipico esempio eclettico costituita di ferro, vetro, ed elementi in muratura.

Anche l’edilizia religiosa è interessata dall’eclettismo, come per il tempio israelitico (1880-1884), caratterizzato da un’accurata eleganza dei particolari e da quattro torrioni sormontati da cupole sferiche. Le complesse vetrate, le colonnine tortili e l’elaborata decorazione della facciata, contribuiscono a ricreare un’atmosfera esotica, simboleggiante la tolleranza religiosa della città.

Un altro esempio della libertà di culto a Torino è rappresentato dal tempio valdese, che si affaccia su corso Vittorio Emanuele all’angolo con via Principe Tommaso, iniziato nel 1851.

Negli ultimi anni dell’800, mentre tramonta il gusto neoclassico e si rafforza il neogotico e l’eclettismo con Antonelli e Ceppi, nasce il Liberty torinese. E’ fondamentalmente uno stile legato al desiderio della borghesia di svecchiare il volto della città e l’interno delle proprie abitazioni.

Caratteristiche della produzione di questi anni sono il ricorso alle tematiche naturalistiche (fiori, animali) e l’impiego di motivi dell’arte giapponese; il ritmo sinuoso della linea curva (spirale, voluta) ritorna a suggerire un senso di elasticità e leggerezza. Nuovi materiali, come il ferro, il vetro e il cemento armato, forniscono nuove possibilità espressive; inoltre il colore impreziosisce il materiale rendendolo nuovo ed inedito. Il gusto floreale, che raggiunge la sua massima diffusione nel tardo Ottocento, verrà rinnovato nel Novecento da un gusto più stilizzato e geometrico.