Piani di volo Torino e la sua storia
a cura di v.p.
 
L'Ottocento
parte 1
parte 2
parte 3
parte 4
parte 5
parte 6
parte 7
 
Torino e la sua storia
La Torino romana

La Torino medioevale

La Torino del '500

La Torino del '600

La Torino del '700

La Torino dell'800
 
Torino da scoprire
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L'Ottocento - parte 5

In vista della forte immigrazione e della diffusa convinzione che la capitale sia trasferita, Torino identifica nell’edilizia un possibile polo di sviluppo. Il Comune offre facilitazioni a che costruisce e mette in vendita i terreni fabbricabili. I primi capitalisti stranieri ad intraprendere un operazione immobiliare fu una società per azioni francese che scelse la zona dell’attuale piazza Statuto, ormai libera da vincoli militari, che ha come funzione di avvicinarsi al Borgo San Donato. Gli edifici vengono costruiti a partire dal 1864 dall’architetto Giuseppe Bollati, autore anche dell’ala di palazzo Carignano che dà su piazza Carlo Alberto. Il complesso degli edifici di piazza Statuto costituisce l’ultimo intervento ottocentesco coerente col gusto barocco. In seguito, a causa di utilizzazioni, da parte della società francese, di materiali scadenti, il Comune decise di rilevare le proprietà, affidandole ad imprenditori torinesi.

I primi grandi insediamenti industriali si localizzano a nord della città fra il 1880 ed il 1890, rimanendo comunque all’interno delle barriere daziali.

In seguito a parziali piani di ampliamento, il Comune approva il proseguire oltre la cinta danziaria di corso Peschiera, corso Vittorio, corso Francia, via Cigna, corso Vercelli, corso Casale, via Genova.

La legge del 1886 per il risanamento dei centri storici avvia i lavori assicurando finanziamenti governativi per l’allargamento di via Botero, via Bellezia, via Bertola, via San Tommaso, via Porta Palatina, via San Francesco d’Assisi e l’apertura di via XX Settembre. Ma i maggiori problemi nascono dall’apertura di via Diagonale (ora via Pietro Micca) che collega piazza Castello a piazza Solferino per la quale verrà promosso un confronto di progetti che si protrae fino al 1898.

L’architetto Carlo Ceppi concepisce un’arteria simmetrica a via Po che dà origine ad isolati irregolari e che si conclude con una piazza tangente rispetto all’asse della via. Con via Diagonale si avvia l’abbandono del regolare allineamento uniforme di cui godeva la città.

La piazza cambia le sue funzioni di scambio commerciale a nodo di circolazione dei veicoli, mentre il monumento conferisce una dignità celebrativa allo spazio urbano. Nel 1838 viene innalzato in piazza San Carlo il monumento a Emanuele Filiberto di Carlo Marocchetti; dello stesso autore è il monumento a Carlo Alberto, nella omonima piazza, sorta nel 1861, mentre il monumento a Cavour, realizzato da Giovanni Duprè nel 1873, si eleva in piazza Carlina.

Gli esponenti neogotici si interessano soprattutto al problema della conoscenza e della tutela degli edifici romantico-gotico. Sia Riccardo Brayda sia Alfredo D’Andrade entrambi appassionati di archeologia, si dedicano al restauro.

Il primo fece ripristinare il gruppo di case in piazza Quattro Marzo, la chiesa di San Domini, la Porta Palatina e il maschio della Cittadella. D’Andrade invece ristrutturò il Borgo Medioevale, edificato nel Parco del Valentino; si tratta di ricostruzione di case gotiche rilevate da Bussoleno, Pinerolo, Avigliana, Susa, Vezzuolo e Ozegna, operate con l’intervento didattico di illustrare un borgo e un castello piemontese del ‘400, opera di grande interesse anche turistico.