Piani di volo Torino e la sua storia
a cura di vp.
 
Il Seicento
parte 1
parte 2
parte 3
parte 4
parte 5
parte 6
parte 7
parte 8
 
Torino e la sua storia
La Torino romana

La Torino medioevale

La Torino del '500

La Torino del '600

La Torino del '700

La Torino dell'800
 
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Il Seicento - parte 3

Nel 1673 ha inizio il secondo ampliamento, su progetto dell’architetto Amedeo di Castellamonte, figlio di Carlo. L’ampliamento si estende verso il Po su ordine di Carlo Emanuele II. L’asse principale, via Po, è stato centrato sul castello e orientato in direzione di un piccolo ponte sul Po. Essa conserva perfettamente l’architettura del ‘600 e, proseguendo il reticolo del primo ampliamento, presenta le facciate di altezza pari ed uniformi a quelle ideate da Carlo di Castellamonte e Vittozzi per la via Nuova e la piazza Reale.

La piazza prende il nome di piazza Carlo Emanuele (popolarmente piazza Carlina) e fu edificata con i lati perpendicolari, in sostituzione al progetto originario a pianta ottagonale per una questione di semplicità della progettazione degli edifici e per una ragione estetica. Le costruzioni che risalgono alla fine del ‘600 ed all’inizio del ‘700 seguono lo schema del Castellamonte e del Vittozzi; uniformità e proporzioni perfette. I quattro blocchi degli isolati sono caratterizzati dal Palazzo Guarino, dall’Albergo delle Virtù, dal Ghetto Piccolo e dal palazzo Carpeneto.

A Torino nel ‘600 si edificano anche altri grandi palazzi, tra cui Palazzo Ducale (Palazzo Reale dal 1713 quando Vittorio Amedeo II diventò Re) che chiede il lato nord piazza Castello. La decisione di costruire il Palazzo Ducale fu presa da Madama Reale Cristina, in quanto i palazzi già esistenti non erano all’altezza di una corte ducale: il Castello degli Acaja era ormai vecchio, piccolo e scomodo ed inoltre era prevalentemente di difesa; il Palazzo del Vescovo e palazzo Vecchio, non erano adeguati a lunghi soggiorni. Aveva una forma ad “U” con l’apertura sul verde dei giardini disegnati nel 1697 dall’architetto francese Le Notre. La facciata del palazzo è chiusa lateralmente da due corpi: Palazzo Chiablese e la Galleria Beaumont (ora Armeria Reale), e contrasta per il suo intonaco di colore rosso arancio sul cotto a vista degli altri edifici.

Negli ambienti interni operano tutti i più grandi artisti del ‘600 e del ‘700 (Amedeo di Castellamonte, Juvarra, Benedetto Alfieri, zio di Vittorio, B. Piacenza, P. Palagi), per questo è da considerarsi un’antologia dei vari stili che si sono successi nel Piemonte. E’ un palazzo di straordinaria bellezza con pochi rivali in Europa, ma, a causa del breve giro di visite consentito, corrispondente a nemmeno un quarto delle sue attrattive, non è molto conosciuto.

Insieme al palazzo Ducale si affacciano sulla piazza anche il Castello, ed essendo due esempi architettonici stilisticamente diversi, rischiano di spezzare l’uniformità dell’ambiente quindi dove ora c’è la Cancellata del Palagi con due DIOSCURI Castore e Polluce, venne costruita nel 1622 una galleria o “terrazza” che, proseguendo i portici, separa lo spazio della piazzetta Ducale da piazza Castello.