Golfo della Girolata
Sulla via del ritorno,
la barca supera la Punta Scandola ed entra nel golfo della Girolata, per
sostarvi un po.
Il Golfo prende il nome da un antico
villaggio di pescatori, ricostruito da poco rispettando lo stile antico.
Possiede un ottimo porto naturale dominato da un fortino genovese a torre
quadrata, situato sul promontorio.
Poco tempo fa Girolata non aveva
né elettricità né telefono. Il postino era l'unico legame
con il paese.
Ancora oggi nessuna strada arriva sino al villaggio, che vive
di pesca e turismo. Vi si accede, per via di terra, solo per una mulattiera.
Qui, l'isola ha mantenuto il suo sapore selvaggio.
Il verde della
macchia si mescola all'azzurro dell'acqua e strisce di vegetazione bassa
mettono in risalto i rilievi.
La vita si è adattata alle
asperità del suolo: arbusti e perfino alberi si abbarbicano alle pareti.
Lacqua della baia è incredibilmente trasparente e, con pinne e
maschera, familiarizziamo con qualche riccio e alcuni piccoli branchi di pesci
colorati.
Purtroppo la sirena del traghetto ci
richiama allordine...è giunto il momento di tornare a
Porto.
Unultima
splendida immagine dalla barca, costeggiando le frastagliature della costa,
è la vista di Capo Rosso, con le sue rocce
eruttive dalle cime aguzze, con alcune colate laviche più chiare e con
la Torre del Turghio, che ergendosi sul promontorio di porfido rosa domina il
mare da più di 300 metri di altezza.
Domani si torna a casa, quindi
ci mettiamo subito in viaggio per lultima sosta, St. Florent, su di
unaltra bellissima strada che taglia obliquamente linterno
dellisola.
Tra gli indimenticabili panorami, ricordo quello che si
affaccia sul paesaggio lunare del Desert Des Agriates, un deserto dalle
colline pietrose in cui la vegetazione stenta a crescere, suggestivo per la sua
unicità.