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Le Calanche di
Piana
La strada, che da Propriano conduce a
Porto, ci regala dei paesaggi intensi e vivaci: dai profili frastagliati della
costa, con il mare che sembra dipinto tanto variano le gradazioni cromatiche,
ai grandi golfi di Ajacio e di Sagone, ai rilievi dellinterno,
impreziositi dai boschi di leccio, castagno e sughera e dalla macchia di
ginestre, corbezzolo, ginepro, mirto e lentisco.
Prima di giungere al golfo di Porto
ci fermiamo per gustarci la vista delle
Calanche rosse, 2 chilometri lungo i quali si
hanno scorci suggestivi su questi particolari ammassi rocciosi e sul mare in
lontananza. Le Calanche compongono uno scenario naturale particolarmente
spettacolare, la cui fama è dovuta alla suggestione del blu intenso del
mare, alla luce spesso irreale che lambisce la costa e alla gamma dei colori
arancio e rosa del granito che dipinge il profilo delle creste. L'artefice
delle fantasiose forme assunte dal granito è l'erosione che ha plasmato
questo paesaggio caotico caratterizzato dai "taffoni". La parola è
corsa, e significa "grosso buco": sono infatti cavità di parecchi metri
che sventrano la roccia nuda del litorale e delle zone interne. I taffoni
nascono nelle rocce granitiche e sono presenti nei paesi con una lunga stagione
di siccità, sulle nude rocce dei forti pendii e soprattutto nelle zone
d'ombra. La rottura della struttura di un solo
cristallo basta a innestare un processo di "carie" gigantesca, sotto l'azione
combinata di variazioni di temperatura e umidità, resa più
efficace, lungo il mare, dalla corrosione degli spruzzi. Le rocce granitiche
che facilitano la formazione dei taffoni hanno infatti grandi cristalli, come
quello rosso di Porto, tipico delle Calanche di Piana. Alcuni taffoni non si
evolvono più, altri, sempre sottoposti alla disgregazione, sono vivi: se
ne staccano scaglie e le pareti rugose perdono grani di sabbia quando le si
sfrega con il palmo della mano.
Pini, bossi, agrifogli e qualche
quercia si abbarbicano ai dirupi e non si sa se siano le rocce in precario
equilibrio oppure le piante dalle lunghe radici a impedirsi vicendevolmente la
caduta nel precipizio e perfino nel mare che brilla trecento metri più
in basso. Per apprezzare appieno questo particolare universo minerale,
percorriamo la strada nei due sensi, macchina fotografica al seguito, lasciando
passare un po' di tempo per assaporare meglio i cambiamenti della luce solare.
Numerose aree, alcune delle quali riservate ai pullman, permettono di
sostare abbastanza comodamente per godersi il paesaggio. |