Piani di volo Torino e la sua storia
a cura di v.p.
 
Il Settecento
parte 1
parte 2
parte 3
parte 4
parte 5
parte 6
 
Torino e la sua storia
La Torino romana

La Torino medioevale

La Torino del '500

La Torino del '600

La Torino del '700

La Torino dell'800
 
Torino da scoprire
passaggio a Torino

alla scoperta del barocco torinese

passeggiando per la Torino liberty
photo gallery
Torino da vedere
 
video gallery
Torino movida

Torino by vespa
 

Il Settecento - parte 4

Un’altra iniziativa fu il risanamento della via Dora Grossa (ora via Garibaldi) nel 1736. Questo antico decumano romano si presentava con un andamento irregolare e stretto, con delle case ancora medioevali che vennero giudicate “vecchie e rovinose”. Si volle donare dignità e decoro alla via per due motivi: uno legato al miglioramento della viabilità e del transito cittadino e l’altro legato al potenziamento del carattere commerciale. La via viene concepita rettilinea e centrata su Palazzo Madama, uniformando l’altezza e la larghezza agli edifici di piazza Castello. Le costruzioni vengono erette tra il 1753 e il 1775 sotto il controllo dell’architetto Giacomo Plantery; per uniformità viene esposto in Comune un disegno di una facciata tipo; San Dalmazio e Santissimi Martiri vengono allineate. Le riplasmazioni modificano solo le facciate, ma non toccano gli interni degli edifici.

Tra ‘600 e ‘700 il Po si inserisce quale nuovo elemento della città e del territorio.

L’ampliarsi della città determina l’avvicinamento al corso d’acqua scoprendo il pregio paesaggistico, tipico del gusto barocco. Tra i più grandi architetti del Settecento ricordiamo ancora i piemontesi “Benedetto Alfieri e Bernardo Antonio Vittone. Il primo, Alfieri, era alle dipendenze della corte ed era abile come Juvarra nelle decorazione degli interni; quando invece doveva costruire exnovo non aveva la fantasia di Juvarra. Quando verso metà Settecento, Alfieri si avviava con più chiarezza allo stile rococò, disegna i migliori esempi di interni, con influenza francese e austriaca, ma con la sua impronta sempre riconoscibile. Con grande abilità raffredda poi il tono stilistico, preannunciando il neoclassicismo in una versione particolare, il “Luigi XVI”.

A Torino ricordiamo le riplasmazioni, degli interni di edifici già esistenti come il rifacimento del Palazzo Barolo, una serie di ambienti nel Palazzo Reale al primo piano (grande galleria del Seyter) e dall’altra parte della piazza, il Palazzo Chiablese con un interno rococò dei più belli di Torino (dal 1557-8 al 1762-4). Nel periodo a cavallo tra rococò e neoclassicismo: Palazzo dell’Accademia Filarmonica (in piazza San Carlo) del ‘600 per opera del Castellamonte, l’Appartamento di Gala al secondo piano del Palazzo Reale, dove alloggiavano i principi, ed il Gabinetto degli Specchi; suo anche il disegno urbanistico di piazza Palazzo di Città o del Teatro Regio (in piazza Castello) distrutto, purtroppo, da un incendio all’inizio del ‘900; oggi possiamo solo ammirarne la facciata.