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LA
COSTIERA AMALFITANA : il mito, il sogno, il
desiderio di Antonino Genovese |
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Dopo una fila ininterrotta di abitazioni, si giunge ad Amalfi. Splendido il Duomo che domina dallalto di una monumentale scalinata, dedicata al patrono S.Andrea (santo messo in croce su legni incrociati, da ciò prende il nome il segnale stradale posto in prossimità dei passaggi a livello incustoditi, denominato appunto croce di S.Andrea). Il Duomo, principale monumento di Amalfi, fu fondato nel secolo X e poi rifatto a fine 800; della parte più antica residua la cappella detta del Crocifisso, nel cui interno è stato allestito un Museo ricco di reperti archeologici rinvenuti nella zona e di antichi arredi ed oggetti sacri, di particolare bellezza è la portantina esposta nel Museo, utilizzata dai vescovi di Amalfi, nel corso dei secoli, per effettuare le visite pastorali nei lontani e scoscesi villaggi della diocesi, come dire, unautovettura di servizio ante litteram. Dal Duomo, attraverso una porta bronzea anchessa fusa a Costantinopoli, riccamente adornata di fregi e figure, si accede al Chiostro del Paradiso, anticamente utilizzato come Cimitero dei cittadini più illustri del paese; colonne binate reggono archi acuti, dolcemente intrecciati, che formano un quadrato nel cui interno esiste un giardino con una folta vegetazione e con una fontana a getto al centro. Elementi comuni della costa sono le terrazze, quasi simili a quelle presenti nelle Cinque Terre, realizzate dalluomo con dura fatica scavando la roccia e riempendo gli spazi ricavati di terra; nelle terrazze sono coltivati alberi di limone; altro elemento comune dei paesi collocati in alto sulla scogliera sono le alte, perfette cupole delle chiese, rivestite di piastrelle maiolicate giallo-verde, quasi a riprendere i colori del verde lucente delle foglie dei limoni e il giallo intenso dei loro frutti; le cupole che luccicano al sole e, di notte, sono illuminate dai raggi argentei della luna, rassicurano gli abitanti della vicina presenza della casa di Dio. Nella costa poi, ogni tanto, si apre uno squarcio nella roccia, dove su un lembo di terra sorgono le casette dei pescatori, uno di questi anfratti è lincantevole Furore Ad Amalfi, è ricordato, con un maestoso monumento sito sul lungomare, Flavio Gioia, inventore, secondo però una leggenda, della bussola e grande navigatore, resta però certo il fatto che i primi ad usare la bussola in Europa furono proprio gli amalfitani. Negli anni 70, un terribile maremoto, per la durata di mezzora, si abbatté, con onde alte fino a 15 metri, sullabitato e lambì le mura del Duomo. Un breve cenno è opportuno dare sulla potenza marinara di Amalfi che, ribellatosi allo strapotere della vicina Salerno, la incendiò nellanno 839 e divenne indipendente e padrona dei traffici sulle coste del Tirreno. Ebbe potenza ed autonomia assoluta che si protrasse sino al secolo undicesimo; in un primo tempo, fu retta a Repubblica, con due prefetti, in carica per un anno, poi da Giudici ed infine da un Doge; sotto la parvente, fittizia sovranità dellimperatore bizantino, in realtà Amalfi ebbe piena autonomia, con magistrati, leggi (importanti le Tavole Amalfitane) e monete proprie. La potenza marinara di Amalfi fu poi sconfitta dalla soverchianti forze della Repubblica marinara di Pisa e così definitivamente declinò. A chiudere la parte descrittiva della incantevole Amalfi, non si può non riportare quanto risulta inciso in una lapide apposta su un antico palazzo, quasi a rendere chiaramente evidente la contiguità del posto con lincanto del Paradiso : "Qui è il giardino che cerchiamo sempre ed inutilmente dopo i luoghi perfetti dellinfanzia, una memoria tangibile sopra gli abissi del mare, sospesa sulle foglie degli aranci e dei cedri, sontuosi negli orti pensili dei conventi ". S.Quasimodo. |
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