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AGLIE: UN CASTELLO E LA SUA CORTE di Edy Gambillare |
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Secondo unantica tradizione poco distante dalla chiesa attuale, cera un pilone con un affresco della Madonna; con il tempo il pilone si trasformò in chiesetta e, già nel 1571 troviamo citate due "cappelle rurali ": San Pietro e Santa Maria. Dopo la firma della pace del 7 ottobre 1659 ad Ivrea, le terre della collina di Macugnano progressivamente si ripopolarono e, trovando solo laffresco della Madonna come unico resto della chiesa, pensarono di riedificarne unaltra un po' più a valle vicino allabitato. Circa sessanta anni dopo, data linadeguatezza di questa struttura ad accogliere i molti pellegrini che vi si recavano, si decise di realizzare una nuova chiesa più grande e decorosa. Tra il 1738 ed il 1746 il progetto per tale costruzione fu affidato allarchitetto alladiese Costanzo Michela che decise di incorporare la struttura esistente nella nuova costruzione. Linterno della chiesa è a croce latina con due altari laterali e due sacrestie. Laltare maggiore in marmo è dedicato alla Beata Maria Vergine della Neve e nel coro è posto lantico affresco della Madonna racchiuso in una cornice di legno. Nellaltare destro si trova unicona firmata Joseph Chiantor - 1815 che rappresenta la Trinità. Quello di sinistra ha unicona raffigurante la Madonna degli Angeli. Sotto la mensa sono ancora riposte le reliquie di Santa Vittoria. In una nicchia, alla destra dellaltare maggiore, è custodita la statua lignea della Madonna delle Grazie che ogni anno viene portata in processione. Esternamente la facciata è sottolineata da una balaustra e da un particolare coronamento del tamburo, su cui uniscrizione "ex voto" che ricorda la fine dellepidemia che nel 1746 aveva colpito il bestiame della zona. Il santuario si distingue, inoltre, per i suoi due campanili e per lalta lanterna, proprio questa sua caratteristica le ha conferito il nome "tre ciochè". |