Il colonnato della Reggia
Il primo contatto visivo è con il Lago Lamarmora,
formato dall'acqua del mare, che occupa gran parte del grande salone iniziale.
Si raggiunge così la Reggia,
dove la natura ha creato lo scenario più vistoso della grotta, davanti
al quale qualsiasi visitatore proverà una grande emozione.
Al centro del lago Lamarmora, sulla destra, si possono osservare
delle grandi colonne calcitiche che si specchiano nelle acque e che si
innalzano per 9 metri sino al soffitto, quasi come a sorreggerlo.
Subito dopo, la volta è solcata da una grande frattura e
si eleva sino a 18 metri di altezza, in quello che è il punto più
alto di tutta la parte turistica.
La grande parete del fondo completa lo scenario con colate a
canne d'organo,
festoni e una caratteristica formazione stalagmitica
chiamata l'Albero di Natale che risalta nella
parte più lontana. Proprio qui termina il Lago Lamarmora con una
spiaggetta sabbiosa, chiamata Spiaggia dei Ciottolini, di cui
però oggi non cè traccia, visibile sotto il sentiero e
caratteristica per il suo colore chiaro, che appare più o meno evidente
a seconda del livello di marea.
È in questa spiaggetta che in passato, dopo aver
attraversato tutto il lago, approdavano le piccole imbarcazioni, scaricando i
visitatori che attendevano poi il proprio turno per la visita
Due curiosità:
- le due lapidi in marmo situate sulle pareti della Reggia
presso la spiaggetta terminale del Lago Lamarmora, incise a ricordo delle prime
due visite di Carlo Alberto (1829 e 1841)
- una linea nera perfettamente orizzontale che appare sulla
parete opposta del Lago Lamarmora, a circa 4 metri di altezza, e che interessa
tutte le pareti che circondano il lago ed è visibile anche sulle
colonne,
le colate, le stalattiti più grosse, a
testimonianza che tali concrezioni erano già formate a quei tempi.
Ma a quale periodo si riferisce? Gli studiosi ritengono che durante le
varie fasi glaciali e interglaciali che hanno interessato la terra in epoche
passate, il livello del mare ha subito notevoli oscillazioni, ritirandosi in
periodo più freddo e risollevandosi in periodo più caldo in
seguito allo scioglimento dei ghiacci. Circa 125 mila anni fa, esattamente
durante un intervallo climatico denominato Eutirreniano, il livello del mare si
è stabilizzato per un certo periodo alla quota di +4m rispetto a quella
attuale; e la prova reale di questo innalzamento è proprio quella linea
nera visibile oggi sulle pareti della Reggia. Le tracce di tale livello
sulle scogliere esterne di Capo Caccia, sono quasi del tutto scomparse in
seguito all'erosione operata dagli agenti atmosferici. L'importanza della
grotta viene così accresciuta perché può fornire allo
studioso dei dati e dei documenti che lo aiutano a ricostruire le variazioni
climatiche di quelle zone nel passato.
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