Il promontorio di Capo Caccia e la Grotta
di Nettuno
Proseguendo arriviamo a Capo Caccia
, il cui nome deriva probabilmente dalla caccia che un tempo vi si
faceva ai piccioni selvatici che abbondano nelle grotte marine e nelle fessure
profonde della roccia, dove nidificano a centinaia.
Gli antichi chiamavano Capo Caccia Nympharum
Promontorium (Promontorio delle Ninfe), i pescatori algheresi lo chiamano Lu
Fruntuni (Il Grande Fronte).
Il promontorio, alto circa 170 m, si presenta come sperone
roccioso che si erge sul mare, con al centro un faro. Il panorama sul golfo di
Alghero è eccezionale. Con un pò di fortuna si possono osservare:
il Gabbiano reale che nidifica negli anfratti delle scogliere, il
Falco pellegrino, un rapace che ama le pareti rocciose del Capo, i
piccioni selvatici, i rondoni, e raramente il Grifoneche sopravvive
ancora in Sardegna in pochissimi esemplari. Certamente è una delle aree
più interessanti della Sardegna dal punto di vista naturalistico,
paesaggistico e speleologico.
Nella parete occidentale di Capo
Caccia, ammiriamo una gola a strapiombo sul mare,
nella cui parete destra è stata costruita una ripida scala, l'Escala del Cabirol (la Scala del Capriolo) che consente
di scendere a piedi fino all'ingresso della Grotta di
Nettuno percorrendo 656 gradini, per 110 m di dislivello. Per chi
non se la sente la grotta può anche essere raggiunta in barca, in 1 ora
circa, partendo da Alghero, oppure in 20 minuti partendo da Cala Dragunara.
La Grotta di Nettuno è una delle più
pittoresche e suggestive della Sardegna e
del Mediterraneo. Può essere percorsa lungo un itinerario turistico di
circa 200 m, mentre lo sviluppo totale della grotta è di 2.500 m, che va
vedere una sequenza di laghetti, stretti passaggi, ampi saloni con colonnati,
dove la fantasia della natura ha disposto, con le concrezioni calcaree delle
stalattiti e delle stalagmiti, scenari assolutamente fiabeschi. Quasi di fronte
alla grotta è la Foradada, isoletta attraversata da una parte all'altra
da una galleria naturale a fior d'acqua.
Nella parete orientale di capo
Caccia, opposta a quella della grotta di Nettuno, vi sono due grotte di
notevole importanza, non aperte al pubblico, la grotta Verde e
lagrotta dei Ricami.
Alla grotta
Verde si accede dalla parte alta del promontorio vicino alla torre del Bulo
(sec. XVII). Il nome della grotta è dovuto al colore dei muschi e della
vegetazione, che ricoprono le grandi colonne. La grotta è a 80 m
più sotto, nel cuore della roccia, quasi a livello del mare. Al suo
interno in fondo a un'imponente galleria c'è un laghetto di acqua
salmastra sulle cui rive sono stati scoperti graffiti e resti di presenza umana
databili già al Neolitico antico. Alla grotta dei Ricami si
arriva invece solo dal mare, nella parete di capo Caccia che guarda verso
Alghero; l'ingresso è a 4 m sulla superficie dell'acqua. Le nivee
concrezioni cristalline dell'interno, limitatamente alle parti già
esplorate, sono davvero singolari per la ricchezza e la straordinaria
varietà delle forme. |