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Verona sempre protagonista : oltre il mito di Giuletta e Romeo di Marilù Brancato |
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Percorrendo c.so Milano ( dove sbocca lautostrada To-Mi), ci troviamo in Piazza S. Zeno, di fronte al romanico Duomo, con vicino il monastero benedettino, che presenta un portale bronzeo decorato con sculture e custodisce un Trittico del Mantegna. La basilica di S. Zeno Maggiore affaccia su questa grande piazza, di raffinata monumentalità, insieme alla basilica extraurbana, di influenza benedettina, che conosce diverse fasi di costruzione E possibile determinare al 1138 circa, la realizzazione del portale eseguito dalla bottega e sotto la direzione dello scultore Nicolò (operante anche in Piemonte, Lombardia ed Emilia). Tra il XII e XIII sec., si opera la collocazione, da parte di Brioloto, del rosone aperto, primo esemplare nellarchitettura italiana. Il portale, insolito perché non ha strombature, presenta ai lati, delimitati da unarticolata struttura decorativa, due ordini di bassorilievi. A destra, dal basso in alto si vedono due piastre che descrivono la storia del re Teodorico che corre verso l'Inferno e successivamente episodi della creazione che si chiudono con la cacciata dei Progenitori dall'Eden e la condanna al lavoro; dallaltro lato il complesso racconto di un duello medievale, forse tra l'imperatore Ottone e il re Berengario II, per competersi la vedova di Lotario, Adelaide. Nel contrafforte a sperone, che definisce la facciata, si vede la celebre e misteriosa Mataliana, forse una benefattrice dell'abbazia. Ma il portale, capolavoro della architettura medievale italiana, va guardato attentamente nell'architrave del protiro, con le raffigurazioni dei Mesi, la lunetta con i fatti della vita di S. Zeno, le 48 formelle bronzee con storie dell'Antico e del Nuovo Testamento, e altri episodi della vita del santo titolare. All'interno il duomo si presenta grandioso e imponente, decorato di molti altri elementi autorevoli, tra cui il trittico realizzato da Mantegna tra 1457 e '59 (e collocato nel presbiterio rifatto in modi gotici, nel 1386-98, da Giovanni e Nicolò da Ferrara), prima Sacra conversazione di stile pienamente rinascimentale e prima testimonianza di tele genere nell'area nord-italiana. |