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salendo dal borgo al centro Lasciato il Borgo e percorrendo nuovamente la statale per circa 500 metri, sulla sinistra si stacca una strada che con due tornanti, attraverso un'antica porta, immette nel Borghetto, dove attraversata la porta, sulla sinistra vi è la Chiesa di San Martino che può ascriversi ad un'epoca remota, come dimostra una minuscola necropoli medioevale che le giace accanto, anche se totalmente ricostruita dopo il terremoto del 1783. Prima della porta, sulla destra, la nuova circonvallazione verso il Castello si innesta dov'era l'edicola di S. Maria Egiziaca, che nel nome ricorda il tributo di pacificazione, la giziah, che veniva pagato agli Arabi. Il Borghetto si presenta come una compatta unità insediativa, naturalmente fortificata, tutta raccolta intorno alla via Roma e al pracùsu, lo spiazzo acciottolato su cui prospetta la chiesa di S. Martino. Le case sulla strada ripetono con i portali a tutto sesto e le aperture in pietra lavorata, il motivo tipico dell'antica edilizia geracese. Il Borghetto termina alla Porta del Ponte, non più esistente. Percorrendo la Via Roma,
si arriva ad uno spettacolare belvedere Bombarde
e sulla sinistra vi è ciò che resta del venerabile
Hospitale di San Giacomo, oggi abitazione privata. Immettendosi in Via Zaleuco, con un bel lastrico in ciottoli di fiume, fra palazzi e ricchi portali si arriva alla Piazza Tribuna, uno slargo triangolare dominato dal superbo impianto absidale della maestosa Cattedrale. Consacrata nelle sue forme attuali secondo la tradizione nel 1045 e una seconda volta nel 1222 alla presenza di Federico II, l'importante chiesa ha sviluppo basilicale (m 73 x 26) sovrapposto parte sulla nuda roccia e parte su una cripta a croce greca che si si pensa risalga all'VIII secolo. Sulla destra della chiesa, si nota la porta, o meglio l'Arco dei Vescovi, barocco, come barocchi sono il finestrone e il gran portale applicati all'abside centrale; attraversandola si costeggia il fianco settentrionale della cattedrale, su cui si aprono l'ingresso usuale alla chiesa e l'accesso alla minuscola corte, che racchiude la tozza torre campanaria e il maestoso portale ad archi concentrici aperto sulla sobria facciata romanica d'ispirazione lombarda Dalla Cattedrale,
anziché attraversare l'Arco dei Vescovi , svoltiamo a destra e
percorriamo la Via Caduti sul Lavoro; ci troviamo davanti la Piazza delle Tre
Chiese: Da qui si può salire al Castello costeggiando l'abitato fino ad arrivare ad un vasto spiazzo, il Baglio, rifugio tradizionale della popolazione in caso di pericolo. All'estremità dello spiazzo si ergono i resti dell'antico castello normanno risalente all'XI secolo, anche se rimaneggiato. |