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La Cattedrale
La Cattedrale di Palermo:
sotto il sole, allunga la sua grandiosa e pittoresca mole in fondo alla vasta
piazza omonima, rigogliosa di verde mediterraneo e limitata da un recinto
barocco marmoreo ornato di statue di santi. Al centro della Piazza della
Cattedrale si staglia la statua della patrona Santa Rosalia, collocatavi dopo
la peste del 1745.
Araba, normanna, gotica e
neoclassica: la grandiosa chiesa dellAssunta reca limpronta delle
tante culture che vi si sono sovrapposte nei millenni.
Lo spettacolare fianco destro,
prospettante sulla piazza, attira sguardi e ammirazione forse ancora più
della vera facciata, che è rivolta su di una via laterale. Spicca
il portico a tre arcate ogivali costruito nel 1463
nelle forme del gotico fiorito catalaneggiante. Sotto le arcate si apre
uno straordinario portale, con battenti lignei del 1432, sormontato da un
affascinante mosaico della fine del Duecento raffigurante la Madonna
Theotocòs (madre di Dio).
Fu eretta nel 1184 e dedicata a Maria
Santissima Assunta, per ordine di Walter of the Mill (Gualtiero Offamilio),
nominato arcivescovo della città da re normanno Guglielmo II.
Rimaneggiato nel 300, 400 e 500, ledificio subisce tra
il 1781 e il 1801 una radicale ristrutturazione,
su progetto di Ferdinando Fuga: la pianta diventa a croce latina, vengono
aggiunte le navate laterali, le ali del transetto e la cupola. La facciata
del XIV-XV sec, fra due alte torri, è
animata da arcate cieche, con un coronamento orizzontale e un grandioso portale
gotico. Presenta un bel portale d'accesso alla chiesa arricchito con i
simboli dei quattro evangelisti (un leone, un angelo, un toro e un'aquila).
Due archi ogivali congiungono la facciata
al singolare campanile, di gusto medioevale, la cui parte terminale fu rifatta
nell800. Il fronte absidale, con uno
splendido motivo di archeggiature intrecciate e decorate a tarsie policrome,
è la parte che conserva più intatte le forme originali de XII
secolo. Sul lato sinistro si leva la loggia dell'Incoronata, del XII sec.,
rimaneggiata nel '500, da cui si affacciavano i re dopo l'incoronazione.
Linterno a tre navate,
completamente trasformato anchesso nel 700, conserva ancora oggi
luoghi di grande suggestione che rispecchiano i vari stili delle diverse
epoche, con molteplici capolavori di maestria locale e siciliana. Della tribuna, colossale opera di Antonello Gagini, il
maggiore scultore rinascimentale siciliano, rimangono distribuite le grandi,
splendide statue in gran parte poggiate su mensole lungo i pilastri della
navata centrale. Nella navata destra ecco le tombe imperiali e reali, con
urne di porfido sotto il baldacchino, di maestosa semplicità: in primo
piano Enrico VI, Federico II (m. 1250), in secondo Ruggero II e l'imperatrice
Costanza. Nel presbiterio, mirabili il trono episcopale e candelabro
del XII sec. e il ricco coro goticocatalano del '400.
La cappella a destra del presbiterio,
della patrona S. Rosalia (1631), accoglie l'urna
argentea delle reliquie. A destra di questa cappella si visita il
"tesoro", che comprende un bastone capitolare con belle incisioni in avorio di
arte siciliana del XVII secolo e numerosi monili della regina Costanza
d'Aragona, come alcuni anelli e la preziosa corona imperiale in oro,
incastonata di pietre preziose, perle e diamanti. La Cripta custodisce
diverse tombe di vescovi tra le quali spicca un sarcofago di età romana
con in rilievo le figure delle nove muse greche e del dio Apollo. Da non
dimenticare tra gli altri magnifici oggetti darte le statue "Vergine" di
Francesco Laurana e "Madonna della Scala" di Antonello Gagini (nella
sacrestia), oltre ad un crocifisso ligneo dei primi del trecento, espressione
del "gotico doloroso". Nelluscire da questo tempio silenzioso e
ricco, mi ritrovo di nuovo nei suoni della città e con unandatura
ancora vivace proseguo per Via Vittorio Emanuele. |