appunti di volo

Palermo, torna a rivivere nel teatro del sole

di Valeria Rosa

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MayDay! MayDay!
Le informazioni sui luoghi
Piazza Pretoria

Una volta in Piazza Pretoria mi rendo conto che lo spazio scenico è quasi interamente occupato dalla monumentale Fontana Pretoria.
Merita, tuttavia, uno sguardo sulla destra il Palazzo del Municipio o delle Aquile, di costruzione cinque-seicentesca, ma modificato nell’800: le sue ricche sale custodiscono pregiate opere d’arte.
Ai lati della Piazza svettano scenograficamente le cupole delle chiese di S.Caterina e di S. Giuseppe dei Teatini.

Ma l’attenzione è inevitabilmente calamitata sul pantheon di candida armonia della Fontana Pretoria: 133 metri di circonferenza, venti vasche, 37 statue, 24 teste di animali distribuite nei due ordini di elevazione, a loro volta congiunti da quattro scalinate a rampe.
In origine questo capolavoro barocco è stato commissionato dal vicerè di Napoli don Pietro da Toledo per il giardino di una sua villa fiorentina. Ma, alla morte del genero Cosimo dei Medici, non vi viene più collocata e il figlio di don Pietro decide di venderla al senato palermitano.
La fontana, con i suoi 644 elementi marmorei, viene assemblata sulla piazza pezzo dopo pezzo da Camillo Camillani, figlio dell’autore, in un decennio di lavoro; la cancellata, del 1858, è opera del palermitano Filippo Basile.

Un pantheon di statue bianche nude, secondo lo spirito rinascimentale, affolla la fontana, che si fa ammirare per la perfetta conoscenza dell’anatomia degli scultori che l’hanno realizzata (Francesco Camillani e Michelangelo Nacherino su tutti) e per la bellezza che ne scaturisce.
Le statue che rappresentano i fiumi Maredolce (la giovane dea coronata d’alloro che tiene con la mano destra la zampogna), Papireto e Gabriele, e ancor di più l’Oreto (un vecchio possente dalla barba fluida con una testa di leone tra la gambe), riconducono alla civiltà artistica della Firenze del Cinquecento, influenzata dalla grande personalità di Michelangelo.
Tra un fiume e l’altro, trovano luogo le figure mitologiche, tra le quali Diana e Apollo, Adone e Venere, Mercurio e Pomona, Bacco ed Ercole; nel secondo ordine altre raffigurazioni: l’Abbondanza e la Liberalità; Venere Verticordia, che trasforma l’amore lascivo in casto, Cerere e Trittolemo, Orfeo.

La scenografia visiva del complesso scultoreo e architettonico è completata da un ricco zoo costituito dalle teste di animali che si affacciano dalle nicchie con vivaci zampilli d’acqua, in un fantastico bestiario che spazia dalla bucolica pecora all’esotico rinoceronte.
Con il pensiero ancora visivamente perso nei mille particolari della Fontana, proseguo per Via Maqueda, ritrovandomi nella contigua Piazza Belini.