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Piazza Pretoria
Una volta in Piazza Pretoria mi rendo
conto che lo spazio scenico è quasi interamente occupato dalla
monumentale Fontana Pretoria. Merita, tuttavia, uno sguardo sulla destra
il Palazzo del Municipio o delle Aquile, di costruzione
cinque-seicentesca, ma modificato nell800: le sue ricche sale
custodiscono pregiate opere darte. Ai lati della Piazza svettano
scenograficamente le cupole delle chiese di S.Caterina e di S.
Giuseppe dei Teatini.
Ma lattenzione è
inevitabilmente calamitata sul pantheon di candida armonia della
Fontana Pretoria: 133 metri di circonferenza,
venti vasche, 37 statue, 24 teste di animali distribuite nei due ordini di
elevazione, a loro volta congiunti da quattro scalinate a rampe. In origine
questo capolavoro barocco è stato commissionato dal vicerè di
Napoli don Pietro da Toledo per il giardino di una sua villa fiorentina. Ma,
alla morte del genero Cosimo dei Medici, non vi viene più collocata e il
figlio di don Pietro decide di venderla al senato palermitano. La fontana,
con i suoi 644 elementi marmorei, viene assemblata sulla piazza pezzo dopo
pezzo da Camillo Camillani, figlio dellautore, in un decennio di lavoro;
la cancellata, del 1858, è opera del palermitano Filippo
Basile.
Un pantheon di statue bianche nude,
secondo lo spirito rinascimentale, affolla la fontana,
che si fa ammirare per la perfetta conoscenza
dellanatomia degli scultori che lhanno realizzata (Francesco
Camillani e Michelangelo Nacherino su tutti) e per la bellezza che ne
scaturisce. Le statue che rappresentano i fiumi Maredolce (la giovane dea
coronata dalloro che tiene con la mano destra la zampogna), Papireto e
Gabriele, e ancor di più lOreto (un vecchio possente dalla barba
fluida con una testa di leone tra la gambe), riconducono alla civiltà
artistica della Firenze del Cinquecento, influenzata dalla grande
personalità di Michelangelo. Tra un fiume e laltro, trovano
luogo le figure mitologiche, tra le quali Diana e Apollo, Adone e Venere,
Mercurio e Pomona, Bacco ed Ercole; nel secondo ordine altre raffigurazioni:
lAbbondanza e la Liberalità; Venere Verticordia, che trasforma
lamore lascivo in casto, Cerere e Trittolemo, Orfeo.
La scenografia visiva del complesso
scultoreo e architettonico è completata da un
ricco zoo costituito dalle teste di animali che si affacciano dalle nicchie con
vivaci zampilli dacqua, in un fantastico bestiario che spazia dalla
bucolica pecora allesotico rinoceronte.
Con il pensiero ancora visivamente perso nei mille particolari della Fontana,
proseguo per Via Maqueda, ritrovandomi nella contigua Piazza Belini.
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