appunti di volo
Palermo, la nobile!

di Angelo

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I Pupi siciliani hanno vissuto un certo cambiamento strutturale, tanto da non sembrare solamente delle statiche marionette di legno mosse attraverso dei fili e delle aste poste sulla testa e sugli arti. Tra le varie innovazioni si può ricordare, ad esempio, l'introduzione di un fil di ferro nel braccio per poter controllarne meglio il movimento quando si deve estrarre la spada.
Un'altra evoluzione nella struttura del Pupo è stata dettata dalla necessità di aumentarne la resistenza durante il combattimento, che ha imposto di sostituire il materiale originario costituente l'armatura, cioè il cartone, con la latta.
La struttura interna del Pupo è sempre realizzata con il legno: tale struttura prevede, inoltre, che la mano destra sia parzialmente chiusa in modo da poter tenere la spada mentre l'altra è aperta in modo da potervi legare lo scudo.
Tutte le parti che costituiscono il corpo sono legate fra loro con del fil di ferro.
Per realizzare la corazza occorre una lastra di rame sulla quale si puntellano i disegni precedentemente realizzati sul cartone.

Il lavoro più difficoltoso è la realizzazione della testina del Pupo, utilizzando il legno o la creta. Mentre in passato tale ufficio era affidato ad esperti artigiani, col passare del tempo è stato lo stesso Puparo ad occuparsi di tale compito che svolge grazie anche all'ausilio di calchi in piombo.
I vari personaggi hanno un diverso abbigliamento in base al loro ruolo. Esso prevede una "faroncina", cioè un gonnellino, e dei pantaloni alla zuava per i pagani. Nelle "Storie dei Paladini" questi ultimi hanno abiti comprendenti anche delle calze lunghe a coscia e berretti schiacciati; i Mori, invece, indossano una tunica e portano uno scudo, una lancia e un turbante.

L'Opera dei Pupi ha avuto un successo notevole soprattutto a Catania e Palermo. Nelle due città si possono notare alcune differenze strutturali, non solo per il diverso tipo di teatro, ma anche nelle forme e dimensioni dei Pupi. Il Pupo palermitano raggiunge un'altezza massima di novanta centimetri, ha il ginocchio articolato e non pesa più di quindici chili: proprio per queste sue non eccessive dimensioni, ha una grossa mobilità. Quello catanese, al contrario, ha una struttura più ingombrante visto che è alto circa un metro e quaranta, ha il ginocchio rigido e pesa intorno ai trentacinque chili, quindi risulta più pesante e meno manovrabile.