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L'arte
egiziana
Il tempio
Presso gli egizi, la costruzione dei tempi assunse un significato
particolare. Essi possono essere divini, se destinati alle divinità, non
erano considerati luoghi di preghiera, ma vere e proprie abitazioni delle
divinità, funerari dedicati e destinati ai faraoni e alle consorti. Sia
il tempio divino che funerario, pur variando nelle forme e nelle dimensioni a
secondo dei luoghi e del periodo di costruzione, presentano quattro elementi
invariati: il pilone, ossia l'ingresso, il cortile, con grandi colonne, di
stile egiziano: papiriforme aperto, papiriforme chiuso, palpiforme, e
lotiforme; la sala ipòstila, una copertura piana sorretta da colonne e,
infine, il santuario che contiene la cella, chiamata Nàos, che contiene
la statua della divinità Solitamente lo sviluppo del tempio egizio,
viene definito "a cannocchiale".
La pittura Solitamente la pittura era parietale,
usata per decorare l'interno dei sepolcri attraverso la tecnica della tempera.
I colori erano molto brillanti, accesi, le figure erano stilizzate, essenziali.
Le figure maschili venivano dipinte con colori scuri, mentre quelle femminili
con colori chiari, giallastri. Rappresentavano il volto, le braccia, e le gambe
di profilo, l'occhio e il busto frontali. Se dovevano dipingere una donna
disegnavano il bacino a ¾, un seno di profilo e uno frontale. I soggetti
umani venivano rappresentati in piedi o seduti, bidimensionali, piatti. Le
scene erano tratte dalla vita quotidiana: caccia, pesca, agricoltura,
banchetti, danze, sempre legati alla religione. Per sottolineare l'importanza
di una persona (solitamente il faraone), gli egizi ne aumentavano le
dimensioni. Nell'arte egizia si usava spesso il rilievo dipinto: entro il
contorno scavato nella pietra si stendeva uno strato di stucco sul quale si
dipingevano i particolari.
La
scultura La scultura egizia si divide in statuaria minore e statuaria
maggiore. Nella statuaria maggiore venivano rappresentati i faraoni, le
consorti, con materiali molto pregiati, ad esempio il basalto, mentre nella
statuaria minore venivano rappresentati schiavi, servi, con materiali poveri
rispetto alla statuaria maggiore, ad esempio la terracotta. Venivano scolpiti
gli schiavi non per rispetto, ma per accompagnare il viaggio del faraone
nell'aldilà. A livello stilistico e scultoreo non si sono evoluti in
3000 anni. Vi è stato un piccolo cambiamento nel Nuovo Regno, ritraendo
il volto della regina Nefertiti, le più bella dell'antico Egitto moglie
del dio Ekhàton, il primo che ha fatto il culto monoteista. E' stato
fatto un vero e proprio ritratto, un capolavoro. La testa è in calcare
dipinto, ma il suo ritratto ci rivela un volto elegante, che emana dolcezza. Da
questo si percepisce che doveva essere una donna dotata di straordinaria
bellezza, anche la colorazione non è quella giallognola riservata alle
donne, ma appare bruna, mentre gli occhi e le sopracciglia sono marcati dalla
linea sinuosa del trucco. .
Caratteristiche
statuaria maggiore Il faraone o la
consorte venivano scolpiti frontalmente, la parte retrostante non era curata,
l'espressione è sintetica, essenziale, infatti agli egiziani non
interessava ritrarre il volto com'era, davano molta più importanza al
fatto che ogni statua portasse: il nome del loro personaggio ,il ruolo che
aveva, e il vestito che indossava, poiché sostenevano che il KA, doveva
riconoscersi col nome, coi vestiti, e l'acconciatura. La posa è eretta,
severa, di conseguenza monumentale. La stessa cosa per lo sguardo, fisso,
severo. Le statue furono definite a tutto tondo, cioè dotate di un
proprio volume.
Caratteristica
statuaria minore Molto diverse sono le
statuette degli schiavi, a cominciare dall'espressione, decisamente molto
più vivace, per niente fissa o severa, la posa è morbida, libera.
Erano rappresentati in dimensioni molto ridotte, rispetto ai grandi faraoni
della statuaria maggiore. Venivano scolpiti in qualunque azione quotidiana: il
lavoro, la caccia, la pesca, la cucina
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