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Abu
Simbel
L'escursione più bella, però, sarà
quella mirata alla visita dei templi rupestri di Abu
Simbel. E' facoltativa, costa ottanta dollari da Assuan, ma vale
veramente la pena di viverla, anche se costasse il doppio.
TEMPIO funerario rupestre DI
HATOR Questo tempio è più piccolo rispetto al
precedente, il faraone lo dedicò alla dea Hàtor in onore di
Nefertari. Esso ha un una sola sala ipostila scavata nella roccia, al fondo
della quale si arriva al santuario. I due templi sono stati ricostruiti
più in alto rispetto a dove sorgevano originariamente. Poiché
essa doveva essere allagata dalla diga di Assuàn, con la seguente
creazione di un bacino artificiale, si pensò di smantellare i due templi
e ricostruirli più in alto. Si parte la notte, quando attraversare il
deserto è incredibilmente emozionante. Lo stesso cielo stellato che a
Luxor vi ha abbagliato, in pieno deserto entrerà nei vostri occhi, e se
sarete pronti nell'animo. L'aurora nel deserto è brevissima, forse
perché lascia il posto a un'alba spettacolare, dove un sole enorme
sembra emergere dall'acqua che lui stesso illude di creare. Sarà
difficile risalire sul pullman. Eppure, dopo 280km di viaggio, è quasi
una liberazione arrivare ad Abu Simbel. Incredibilmente ricco di vita, il
piazzale antistante ai templi rupestri di Amon e di Hator si affaccia
sull'immenso specchio d'acqua del lago artificiale. Il tempio più
piccolo, è quello di Nefertari, la moglie di RamsesII. Anche se non si
è conservato in modo eccellente, è comunque splendido per le
stravaganze architettoniche, quali le colonne a forma di donne. Come quello
vicino, il tempio di Nefertari è interamente scavato nella parete
rocciosa.
TEMPIO divino rupestre DI AMON Dedicato al dio Amon, i numerosi
bassorilievi interni celebrano quasi esclusivamente la vittoria di Ramses II
contro il popolo degli Ittìti. Il portale esterno, aperto su una
terrazza a picco sul Nilo, ha due coppie di colossali statue scolpite
direttamente sulla montagna. Esse rappresentano Ramses II seduto in trono.
Internamente il tempio consta di una sale fiancheggiata da otto pilastri
scolpiti in somiglianza del dio Osìride, di due vestiboli ipostili, di
dieci celle secondarie e del santuario. Nel tempio grande, viene divinizzato un
personaggio che avrete incontrato lungo tutta la crociera, il faraone RamsesII.
Le quattro enormi statue che lo raffigurano all'entrata del tempio lasciano
senza fiato. All'interno, una continua celebrazione del faraone ne mitizza le
imprese in un'unica luce verdastra. Mano mano che si attraversano i piloni, si
consolida un'atmosfera buia e tetra, che raggiunge l'apice nel naos. Sulla
parete più interna alla montagna, quattro statue di divinità
guardano verso l'entrata, che, a una sessantina di metri da lì, appare
come una porta di luce. L'elevatissima cultura degli antichi egizi, viene messa
alla prova in campo matematico quando, nel tempio di Abu Simbel, si verifica il
"miracolo del sole", cosa che viene simulata artificialmente ogni giorno. Due
volte l'anno, il 21 marzo e il 21settembre (il compleanno e la data di
incoronazione di Ramses II, si suppone) alle 5,58 del mattino, un raggio di
sole penetra nell'ingresso dal sacrario, e va ad inondare di luce la spalla
sinistra di Amon-Ra e pochi minuti dopo si sposta e si concentra su Harmakis;
dopo circa venti minuti, nel momento in cui dovrebbe illuminare Ptah, la luce
scompare. Ptah, infatti, è il dio dell'oscurità. All'uscita del
tempio, chi non si fosse ancora saziato alla vista del miracolo del sole,
rimarrà comunque estasiato nel vedere un miracolo di architettura
moderna: l'intera montagna tale non era, bensì un'immensa cupola di
cemento su cui sono stati riportati i pezzi della facciata originale della
montagna, capace di racchiudere i templi come in un morbido abbraccio. L'enorme
intercapedine compresa tra i templi e la volta della cupola, risulta
incredibilmente affollata di turisti, che rimangono immobili a fissare le due
opere, l'una complementare all'altra ma entrambe come abbracciate nel tempo.
Ad Abu Simbel
purtroppo finisce la crociera, e nessun altro posto sarebbe più
riassuntivo. Al ritorno dall'Egitto, potreste avere le idee più che mai
confuse; abbagliati dalla bellezza dei siti archeologici e dei panorami
egiziani, non riuscirete a rapportarli con tutta la sporcizia e la
povertà che spesso ha accompagnato i vostri trasferimenti. A meno che
non avrete stretto amicizia con i locali, potreste aver sviluppato una certa
disistima verso gli stessi, colpevoli di non riconoscere l'importanza della
loro storia e di assalire i turisti con il solo scopo di vendere souvenir o
chiedere l'elemosina. Se vi considerate abbastanza freddi da scernere le cose
belle dalle altre, l'Egitto potrebbe essere la migliore delle mete, soprattutto
in inverno e primavera.
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