PIANI DI VOLO EGITTO: una crociera lungo il Nilo...

A cura di Davide AIRO' e Assunta FATIBENE

Sommario
Luxor
Tempio di Karnak
I Colossi di Memnon
Tempio di Edfu
Abu Simbel
Altri Templi
Un pò di storia
L'arte egiziana

Abu Simbel

L'escursione più bella, però, sarà quella mirata alla visita dei templi rupestri di Abu Simbel. E' facoltativa, costa ottanta dollari da Assuan, ma vale veramente la pena di viverla, anche se costasse il doppio.

TEMPIO funerario rupestre DI HATOR
Questo tempio è più piccolo rispetto al precedente, il faraone lo dedicò alla dea Hàtor in onore di Nefertari. Esso ha un una sola sala ipostila scavata nella roccia, al fondo della quale si arriva al santuario. I due templi sono stati ricostruiti più in alto rispetto a dove sorgevano originariamente. Poiché essa doveva essere allagata dalla diga di Assuàn, con la seguente creazione di un bacino artificiale, si pensò di smantellare i due templi e ricostruirli più in alto. Si parte la notte, quando attraversare il deserto è incredibilmente emozionante. Lo stesso cielo stellato che a Luxor vi ha abbagliato, in pieno deserto entrerà nei vostri occhi, e se sarete pronti nell'animo. L'aurora nel deserto è brevissima, forse perché lascia il posto a un'alba spettacolare, dove un sole enorme sembra emergere dall'acqua che lui stesso illude di creare. Sarà difficile risalire sul pullman. Eppure, dopo 280km di viaggio, è quasi una liberazione arrivare ad Abu Simbel. Incredibilmente ricco di vita, il piazzale antistante ai templi rupestri di Amon e di Hator si affaccia sull'immenso specchio d'acqua del lago artificiale. Il tempio più piccolo, è quello di Nefertari, la moglie di RamsesII. Anche se non si è conservato in modo eccellente, è comunque splendido per le stravaganze architettoniche, quali le colonne a forma di donne. Come quello vicino, il tempio di Nefertari è interamente scavato nella parete rocciosa.

TEMPIO divino rupestre DI AMON Tempio di Amon
Dedicato al dio Amon, i numerosi bassorilievi interni celebrano quasi esclusivamente la vittoria di Ramses II contro il popolo degli Ittìti. Il portale esterno, aperto su una terrazza a picco sul Nilo, ha due coppie di colossali statue scolpite direttamente sulla montagna. Esse rappresentano Ramses II seduto in trono. Internamente il tempio consta di una sale fiancheggiata da otto pilastri scolpiti in somiglianza del dio Osìride, di due vestiboli ipostili, di dieci celle secondarie e del santuario. Nel tempio grande, viene divinizzato un personaggio che avrete incontrato lungo tutta la crociera, il faraone RamsesII. Le quattro enormi statue che lo raffigurano all'entrata del tempio lasciano senza fiato. All'interno, una continua celebrazione del faraone ne mitizza le imprese in un'unica luce verdastra. Mano mano che si attraversano i piloni, si consolida un'atmosfera buia e tetra, che raggiunge l'apice nel naos. Sulla parete più interna alla montagna, quattro statue di divinità guardano verso l'entrata, che, a una sessantina di metri da lì, appare come una porta di luce. L'elevatissima cultura degli antichi egizi, viene messa alla prova in campo matematico quando, nel tempio di Abu Simbel, si verifica il "miracolo del sole", cosa che viene simulata artificialmente ogni giorno. Due volte l'anno, il 21 marzo e il 21settembre (il compleanno e la data di incoronazione di Ramses II, si suppone) alle 5,58 del mattino, un raggio di sole penetra nell'ingresso dal sacrario, e va ad inondare di luce la spalla sinistra di Amon-Ra e pochi minuti dopo si sposta e si concentra su Harmakis; dopo circa venti minuti, nel momento in cui dovrebbe illuminare Ptah, la luce scompare. Ptah, infatti, è il dio dell'oscurità. All'uscita del tempio, chi non si fosse ancora saziato alla vista del miracolo del sole, rimarrà comunque estasiato nel vedere un miracolo di architettura moderna: l'intera montagna tale non era, bensì un'immensa cupola di cemento su cui sono stati riportati i pezzi della facciata originale della montagna, capace di racchiudere i templi come in un morbido abbraccio. L'enorme intercapedine compresa tra i templi e la volta della cupola, risulta incredibilmente affollata di turisti, che rimangono immobili a fissare le due opere, l'una complementare all'altra ma entrambe come abbracciate nel tempo.

Ad Abu Simbel purtroppo finisce la crociera, e nessun altro posto sarebbe più riassuntivo. Al ritorno dall'Egitto, potreste avere le idee più che mai confuse; abbagliati dalla bellezza dei siti archeologici e dei panorami egiziani, non riuscirete a rapportarli con tutta la sporcizia e la povertà che spesso ha accompagnato i vostri trasferimenti. A meno che non avrete stretto amicizia con i locali, potreste aver sviluppato una certa disistima verso gli stessi, colpevoli di non riconoscere l'importanza della loro storia e di assalire i turisti con il solo scopo di vendere souvenir o chiedere l'elemosina. Se vi considerate abbastanza freddi da scernere le cose belle dalle altre, l'Egitto potrebbe essere la migliore delle mete, soprattutto in inverno e primavera.