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Mantova, piccolo gioiello lombardo

di Costanza Rosso
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Palazzo Te

La grande villa sorge alla periferia di Mantova ed era una delle residenze per gli svaghi di Federico II Gonzaga. L’edificio si presenta a pianta quadrata con cortile centrale ed un vasto giardino sul retro. Fu costruito nel 1525 su progetto di Giulio Romano, e nel XVII secolo fu aggiunta l'esedra. E' una delle più belle ville del Cinquecento, affrescata al'interno dallo stesso Romano e i suoi allievi.

Dall’ingresso dei visitatori, al culmine di una scalinata, si passa ad un vestibolo e poi ad una loggia detta delle Muse.Girando a destra si entra poi nella sala del Sole. Proseguendo la visita si entra nella camera delle Imprese, così chiamata per gli emblemi gonzagheschi sorretti da putti.

Si passa quindi alla camera di Ovidio o delle Metamorfosi .

Se dal vestibolo si piega invece verso sinistra, si arriva nel salone dei Cavalli , l’ambiente più ampio della villa, un tempo destinato ai ricevimenti, caratterizzato da sei monumentali cavalli dipinti a grandezza naturale, soggetti particolarmente cari a Federico II Gonzaga.

Successivamente si passa nella sala di Amore e Psiche , decorata con le vicende di Psiche e destinata un tempo ai banchetti; la volta e le lunette sono affrescate con episodi dell'Asino d'Oro di Apuleio che narrano le vicende di Psiche.
La sala successiva, molto più piccola, è detta dello Zodiaco o dei Venti, in quanto vi sono sedici medaglioni del fregio che rappresentano altrettanto oroscopi; segue la piccola camera di Fetonte o delle Aquile, forse la stanza da letto di Federico II, che nell'ottagono centrale ha un affresco raffigurante "La caduta di Fedonte" relizzato dal Romano.
Da qui si arriva al cosiddetto "guardaroba del duca", un locale al piano superiore, mentre proseguendo si passa nella loggia di David o loggia Grande, e nella Sala degli Stucchi, con gli straordinari bassorilievi attribuiti al Primaticcio, in cui viene messo in risalto la decorazione plastica, e nella Sala di Cesare,affrescata con figure d’imperatori romani ed episodi storici.

Infine, si incontra la camera forse la più nota del palazzo Te: è la sala dei Giganti dipinta da Giulio Romano e Rinaldo Mantovano. La sala, che aveva un tempo un grande camino, è un ambiente molto spettacolare in cui le vittorie dell'imperatore sono celebrate attraverso la metafora mitologica di Giove che sconfigge i Giganti , e possiede un’acustica particolare.

Infine il giardino, oltre gli specchi d’acqua delle Pescherie, è chiuso dagli archi dell’esedra del seicento, mentre sulla destra appare chiuso dall’edificio seicentesco delle Fruttiere, un tempo chiamate alla francese "Orangerie" e attualmente sistemate in modo da accogliere mostre, esposizioni, manifestazioni varie.

La visita al Palazzo può essere anche occasione per conoscere il Museo Civico, ospitato nelle sale superiori dell’edificio. Di notevole valore sono la Collezione egizia; la Collezione numismatica; la Donazione Arnaldo Mondadori; il lascito del pittore Antonio Ruggero Giorgi; la Galleria d’Arte Moderna.