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Bergamo, la terra dei miei padri
di Elena Staurenghi |
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Passeggiando per le vie cittadine oggi si possono notare bei giovani dai lineamenti morbidi, dai sorrisi luminosi, persone di mezz'età dagli sguardi ridenti e comunicativi, poiché in una città dalle dimensioni ancora umane le relazioni tra persone sono più distese e meno impersonali. Martin Sanudo nel 1483 descrive così le donne: " brute done, ma fructifere..", nel 1683 Gian Francesco Gemelli Carreri sottolinea che "...le done sono elleno belle, e spiritose, ma non bisogna già sentirle parlare, cotanto rozza favella è loro toccata in sorte". Marcantonio Michiel nel 1516 relaziona: " sono una specie di uomini probi, frugali, di piacevole costituzione, coi forestieri ospitali: uomini acuti ed industriosi che dovunque volgono l'ingegno divengono eccellenti: ma specialmente valgono nell'arricchire " Lo storico Manolino Bisaccioni nel 1664 ci dà un gustoso ritratto dei bergamaschi: " acuti di ingegno, dediti al guadagno, sia facendo i letterati, che i mercanti, facendo nelle varie arti grandissimi progressi, sono dei risparmiatori e molto tenaci e con poco sanno trarre molto: hanno inoltre uno spirito guerriero " |
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