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IL REFETTORIO ED IL CALEFACTORIUM

II refettorio era uno dei cinque edifici che dovevano esistere al momento della fondazione di una abbazia e questo per ovvi motivi; c'era bisogno di una certa quantità, benché limitata, di nutrimento terreno anche se l'attività principale era l'opus Dei.

L'edificio, lungo 36 m è costituito da un unico vano al piano terreno. Attualmente molto diverso da come era in origine, si sviluppava su un solo piano comprendente il refettorio e la cucina. Questo locale, nel 1250 era probabilmente in un unica navata, e presentava cordonature al soffitto che cadevano su dei capitelli pensili dove lateralmente troviamo ancora una traccia La battaglia del 1690 modificò quasi completamente questo ambiente, dove all'inizio del 700 venne ricostruito.

Sulla parete est in alto rimangono le tracce di un affresco dell'ultima cena di data incerta: mentre sulla parete sud, presso l'angolo sinistro, una scaletta interna portava al pulpito, usato durante i pasti, per le letture sacre. Quando veniva suonata la campana, venivano verso il refettorio, in processione, non prima di essersi lavati alla vicina fontana o al lavabo. D'estate i pasti erano due, mentre d'inverno soltanto uno.

A tavola bisognava osservare un silenzio rigoroso, e quindi gli oggetti venivano passati senza fare rumore in modo da sentire bene il lettore.

All'esterno, appoggiato al porticato che all'epoca ruotava tutto attorno, notiamo ancora le fondamenta di una costruzione che doveva provvedere a molteplici necessità idriche: di fatti all'interno, si trovava una fontana in pietra dove sorgeva l'acqua.

Sappiamo che c'erano solo tre luoghi in cui era permesso tenere acceso il fuoco: le cucine, l'infermeria e il calefactorium o locale riscaldato.

In questa stanza, che si trova a est del refettorio, erano permesse solo tre attività: riscaldarsi, ma non sempre, né a lungo, cospargere le scarpe di grasso, poiché sciolto dal calore penetrava meglio nel cuoio, ed essere sottoposti a un salasso.

Questo sito attualmente non è visitabile, perché occupato da una colonia di pipistrelli (Vespertilio maggiore e Blyth) , di maggiore dimensione della fauna italiana (apertura alare 38-40 cm).

Ogni anno, a partire dall’inizio di aprile, in questa piccola stanza si radunano alcune centinaia di femmine delle due specie. In giugno-luglio ciascuna di esse partorisce un piccolo. Di notte le madri escono a caccia di insetti, facendo ritorno per allattare i piccoli e, all’alba, per riunirsi a loro nel riposo diurno, fino alla notte successiva. Durante l’estate i giovani raggiungono la taglia adulta ed imparano a cacciare. Verso settembre-ottobre la colonia si disperde. Successivamente in novembre-dicembre tutti gli individui raggiungono i rifugi invernali ove trascorrono la stagione ostile in stato di ibernazione.

La protezione di questa colonia è essenziale in quanto essa rappresenta un patrimonio naturale di rilevanza internazionale, in quanto sono specie minacciate di estinzione.