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Iniziata nel 1150, ampia, di belle forme slanciate, in architettura di transizione fra il romanico e il gotico, venne terminata nel 1210. Il portico della facciata, detto nartece, ed il campanile sono del 1250. La facciata della Chiesa nel complesso abbaziale venne modificata nel Cinquecento, epoca in cui si deve datare l'affresco in chiaroscuro che la decora, ma anche la collocazione del coro su di un rialzo ancora visibile, il pulpito in puro stile gotico borgognone e il bellissimo complesso di sculture lignee dipinte: il Crocefisso, la Madonna e S. Giovanni Evangelista, di scuola tedesca della fine del XV secolo. Gli stalli del coro nel 1846 furono divisi e rimossi per volontà di Carlo Alberto, non esistendo più vita monastica nell'Abbazia fin dalla dominazione francese, e trasferiti parte nella chiesa di Pollenzo e parte al Museo civico di Torino, mentre il pulpito rimase nella Chiesa di Staffarda. La pianta, di tipo basilicale, presenta caratteristiche insolite alle costruzioni cistercensi come il transetto non aggettante sulle ali e le navate che terminano in absidi semicircolari. Edivisa in tre navate e orientata simbolicamente con l'altare rivolto a levante. Le uniche decorazioni presenti, per la severità della regola di S. Bernardo, sono l'alternarsi delle fasce bianche e rosse dei mattoni che segnano i pilastri, gli archi, le cordonature.
L'interno, a tre navate con absidi semicircolari di tipo lombardo, ha una struttura anomala rispetto al tradizionale schema dell'architettura cistercense, che normalmente era contraddistinta da absidi rettangolari. Lo spazio è suddiviso in cinque campate da pilastri polistili con capitelli in pietra. Nell'interno, nella navata centrale, addossato al secondo pilastro di sinistra è il pulpito ligneo, di artista ignoto, forse borgognone, della fine del Quattrocento, intagliato con raffinati motivi gotici. Nell'abside, posto sull'Altare Maggiore che domina la navata centrale, è visibile il polittico di Pascale Oddone(1531), in legno scolpito policromo dipinto e dorato, composto da un corpo centrale in cui sono rappresentate scene della vita della Vergine e di Gesù, da una predella e da due sportelli esterni dipinti che chiudono la parte centrale, in cui sono rappresentati l'arcangelo Gabriele e S. Bernardo, l'Annunziata e S. Benedetto. Nell'abside sinistro cè un altare a baldacchino, anch'esso ligneo, datato 1525, opera di Agostino Nigra di Cavallermaggiore, che contiene una Crocefissione. Nella navata destra della chiesa è conservato un gruppo ligneo policromato, con elevate espressività nei volti, composto dal Crocifisso affiancato dalle statue di Maria e Giovanni, opera forse di un artista tedesco del primo Cinquecento. Il gruppo ligneo fu realizzato per un'altra parte della chiesa abbaziale di Staffarda e collocato nell'attuale posizione in un secondo tempo.
Adiacente alla chiesa vi è il Chiostro, risalente alla metà del Duecento, del quale si nota subito il colore rosso cupo del laterizio, scandito dalle bianche colonnine binate del portico, e la traccia del pozzo e della fonte ove i monaci attingevano l'acqua. |