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Iniziata nel 1150, ampia,
Il portico della facciata, detto nartece, ed il campanile sono del 1250. La facciata della Chiesa nel
complesso abbaziale venne modificata nel Cinquecento, epoca in cui si deve
datare l'affresco in chiaroscuro che la decora, ma anche la collocazione del
coro su di un rialzo ancora visibile, Gli stalli del coro nel 1846 furono divisi e rimossi per volontà di Carlo Alberto, non esistendo più vita monastica nell'Abbazia fin dalla dominazione francese, e trasferiti parte nella chiesa di Pollenzo e parte al Museo civico di Torino, mentre il pulpito rimase nella Chiesa di Staffarda. La pianta, di tipo basilicale, presenta caratteristiche insolite alle costruzioni cistercensi come il transetto non aggettante sulle ali e le navate che terminano in absidi semicircolari. Edivisa in tre navate e orientata simbolicamente con l'altare rivolto a levante. Le uniche decorazioni presenti, per la severità della regola di S. Bernardo, sono l'alternarsi delle fasce bianche e rosse dei mattoni che segnano i pilastri, gli archi, le cordonature.
L'interno, a tre navate con absidi semicircolari di tipo
lombardo, Nell'interno, nella navata centrale, addossato al secondo pilastro di sinistra è il pulpito ligneo, di artista ignoto, forse borgognone, della fine del Quattrocento, intagliato con raffinati motivi gotici. Nell'abside, posto sull'Altare Maggiore Nell'abside sinistro cè un altare a baldacchino, anch'esso ligneo, datato 1525, opera di Agostino Nigra di Cavallermaggiore, che contiene una Crocefissione. Nella navata destra della chiesa è conservato un gruppo ligneo policromato, con elevate espressività nei volti, composto dal Crocifisso affiancato dalle statue di Maria e Giovanni, opera forse di un artista tedesco del primo Cinquecento. Il gruppo ligneo fu realizzato per un'altra parte della chiesa abbaziale di Staffarda e collocato nell'attuale posizione in un secondo tempo.
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