ALCUNE LOCALITA' del TICINO: |
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I luoghi ed i promotori |
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La Regione del Ticino
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Nella pianura padana si è
abituati a vederli tutti rossi di mattoni, i castelli che i Visconti e gli
Sforza costruirono nel XIV-XV secolo come segno del proprio dominio
territoriale. Nel Sopraceneri, però, l'argilla non era disponibile e gli
architetti di corte dovettero ripiegare sulla pietra grigia. Il risultato,
comunque, fu di tutto rispetto, visto che il Castel Grande, il
castello di Montebello e il castello di Sasso Corbaro furono
autentici nidi d'aquila. Dall'autostrada lo sembrano tutt'oggi, grazie al
restauro dell'architetto ticinese Aurelio Galfetti e alla splendida posizione
in cui furono costruiti. Sorvegliano discreti il capoluogo dei Ticino con le
irte torri e i muri merlati, ma all'interno non nascondono più macchine
da guerra o strumenti di difesa. Bensì tre musei, che raccontano la
storia di questa parte del cantone dall'età preistorica a oggi.
BIASCA E
LE SUE VALLI. All'incrocio tra le strade del Gottardo e per il
Lucomagno, Biasca è dall'età medievale uno dei più
importanti crocevia di scambi commerciali del ricino; a tale epoca risale la
chiesa dei SS Pietro e Paolo, che ricorda negli affreschi sulla parete
della navata destra una delle visite pastorali di S. Carlo Borromeo. Altre
chiese romaniche (non si manchi quella di Negrentino sopra Prugiasco) cadenzano la Val Blenio,
assieme alle case dei Landfogti, ricche di stemmi in facciata, e ai rustici,
tipiche costruzioni assai abbondanti nella laterale Val Malvaglia. E a
illustrare i diversi biotopi alpini della zona, dichiarata monumento naturale
di interesse nazionale, è rivolto, presso Acquacalda, il Centro
ecologico Uomo Natura, il cui parco è studiato per contemplare la
natura.
La chiesa romanica di Negrentino, sopra
Prugiasco, celebre per i suoi affreschi.
AIROLO Oltre le aspre gole della Val
Leventina, punteggiata ai fianchi da graziosi paesini, è il punto in cui
Nord e Sud si incontrano. E a questa ideale unione si richiama il "Caseificio
dimostrativo del Gottardo" - il primo del cantone - aperto nel novembre 1996
nei pressi dell'autostrada. Un tempo, invece, Airolo era il punto di partenza
della scalata del passo del Gottardo. Un viaggio terribile - almeno a quanto
raccontano i viaggiatori del Grand Tour - fatto di tormente di neve e di
incontri con mostri e diavoli. Lo ricorda, proprio ai 2108 m del valico, il
Museo nazionale del San Gottardo, che illustra l'importanza della strada
in ambito militare, economico, politico e culturale.
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