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Le Tremiti, piccoli gioielli incastonati nel mare di Valeria Rosa |
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Dal 1989 i "sassi di Diomede", così come la leggenda identifica le Tremiti in quanto si dice siano stati scagliati da Diomede in segno di ira nei confronti di un destino crudele, sono istituiti in Riserva Naturale Marina. Sorta secondo la precisa disposizione della Legge 979/82 per proteggere uno degli habitat più caratteristici del Mediterraneo, la riserva comprende l'area costiera che circonda le isole di San Domino, San Nicola, Capraia e Pianosa e prevede che le coste dell'arcipelago possano ospitare attività di acquacoltura e ricerche di popolamento, con il coinvolgimento della popolazione delle Isole Tremiti nella gestione, per far conoscere e tutelare il patrimonio ittico e le bellezze naturali sia dei fondali che della terraferma e promuovere l'economia del posto. La purezza delle acque risalta e amplifica la varietà dei colori di chi abita i fondali rocciosi a cominciare dalle alghe quali l'Acetabularia Mediterranea e la Corallina Mediterranea o i rivestimenti di spugna. Ma la vera ricchezza è il patrimonio ittico: le orate, i soraghi maggiori, i dentici, nuvole rosse di triglie o lo sguazzare veloce di un'argentea formazione di cefali. In queste acque possiamo ancora ammirare il cavalluccio marino e il pesce ago; nelle basse profondità si trovano le cernie, le murene, i polpi e branchi di seppie attirati dalla luce che proviene dall'alto.
Emerse e sommerse più volte nella loro storia geologica, le isole sono
costituite da una friabile roccia calcarea, argillosa o silicea, che ha
subìto erosioni e distacchi. La costa, a strapiombo sulle acque,
è scavata da un gran numero di grotte marine. |