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San Domino, l'isola dal verde dei pini al blu topazio del mare

di Valeria Rosa

SAN DOMINO
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San Domino è la più grande isola del gruppo e per me anche la più bella per gli aspetti paesaggistici, oltre ad essere la più completa nell’offerta turistica.
Ha una superficie di 208 ettari, con lunghezza km 2.8 e larghezza 1.7, massima elevazione m. 116 sul Colle dell’Eremita, ed è ricoperta da una pineta che in molti punti giunge fino alle rocce, che vanno a strapiombo sul mare.
Anticamente chiamata "Trematis", in tempi più recenti il vecchio nome è stato sostituito dall’attuale: "San Domino" perché esisteva una chiesa dedicata a questo Vescovo e martire. E’ conosciuta anche come "Orto del Paradiso" per la fertilità e la spontaneità dei fiori di ogni colore.

Al contrario di San Nicola, l'isola di San Domino non può offrire squarci di storia piratesca, anche perché gli antichi cronisti quasi sempre non facevano distinzione tra un'isola e l'altra e nei loro racconti si riferivano generalmente alle Tremiti. Nonostante tutto, però, anche San Domino, ha qualcosa da dire sulla propria storia, soprattutto sulla leggenda della nascita: infatti è proprio a San Domino che, morto Diomede, mitico eroe omerico, signore di Argo e re dell'Etolia, i suoi compagni lo seppellirono ed eressero un tempio per onorarlo nei secoli.

Inoltre il rinvenimento di frammenti di ceramica grossolana e di armi litiche testimonia qui la presenza dell'uomo fin dal neolitico.
L'isola conobbe un periodo di abbandono, allorché alla fine del '400, lasciata ai Cistercensi che avevano sostituito i Benedettini, fu data assieme all'abbazia ed a tutte le rendite al Cardinale Landolfo Maramaldo e poi al Cardinale Giovanni Dominici. In questo periodo abitò un certo Pietro Calono sul quale probabilmente è modellato il personaggio dell'Eremita Bertucci, che scappato dalla Repubblica di Venezia, si rifugiò qu: ancora oggi sono visibili i resti di un'antica abitazione appartenuta probabilmente all'Eremita.