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L'isola di
Pianosa
Pianosa (13 ettari) rientra
amministrativamente nel comune delle Tremiti, posta ad una ventina di
chilometri a nord-est dell'isola di Capraia. La più bassa delle isole,
è poco più di uno scoglio di colore bianco. Assai lunga,
circa 700 m, larga 200 m, per uno sviluppo costiero di 1,3 km, è tutta
pianeggiante, disabitata e quasi priva di vegetazione,
ricoperta da una pietraia dovuta all'essiccazione e desquamazione dei blocchi
di roccia calcarea che la compongono.
Arrivando, la torre del faro con i
capannoni lascia intuire sulla linea dell'orizzonte, nelle giornate
limpidissime, la vaga lingua di roccia che compone l'isola, alta al massimo una
trentina di metri sul livello del mare. Nelle giornate di mare grosso
è coperta dagli enormi cavalloni che la attraversano da Nord a Sud e ne
aumentano la sua essiccazione, scavando nei suoi anfratti, pozze piene di
cristalli di sale.
Pianosa dal 1989 è
Riserva Marina Integrale e in tale zona è
vietata qualsiasi forma di accesso entro i 500 m, di pesca e caccia. Lisola ha il suo immenso tesoro nelle ricchezze dei fondali.
Qui, infatti, si trova un vero e proprio santuario della natura dove molte
specie marine che popolano il bacino centro-meridionale del Mare Adriatico
trovano la possibilità di riprodursi.
La costa alta è rivolta a Nord
ed ha anche i fondali più belli e più profondi. La costa a Sud
cade invece lentamente a mare dando vita ad un basso fondale utile all'approdo
di piccole imbarcazioni. Ad Est l'isola ha la Punta di Levante piuttosto
larga, verso Nord c'è la Cala del Grottone, con una grotta
subacquea; segue la Cala di Tramontana, di poco oltre il Faro con la sua
torre e la lanterna ad accensione automatica ai cui piedi i resti di vecchi
capannoni allineati. Ad un centinaio di metri verso Nord, di poco
all'interno, ecco lo stagno, una specie di laghetto comunicante con il mare,
profondo circa 8 metri e di 25 m . di diametro. Attorno al laghetto si è
creato un microsistema animale che riesce ad utilizzare e a filtrare quel poco
di acqua dolce per la sopravvivenza. Per questo oltre a piccoli rettili vi si
trovano ancora numerosi conigli selvatici, cormorani e un'infinità di
nidi di gabbiani che nei mesi primaverili si popolano di pulcini attirando
inevitabilmente anche piccoli uccelli rapaci provenienti dai monti del
Gargano.
L'isola come già detto
è del tutto disabitata, priva di grosse piante e senza la caratteristica
macchia mediterranea che ingioiella le vicine isole Tremiti ed il promontorio
del Gargano. Solo alcune piantine grasse e bulbi di cipolle selvatiche, formano
la sua flora. I suoi fondali, caratterizzati da acque cristalline, sono
invece ricchi anche di frammenti di ceramiche e di anfore romane per il grande
traffico di navi romane risalenti al periodo imperiale. Vi si ritrovano anche
tracce dellultimo conflitto bellico. |