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di Angelo |
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Il Duomo di Monreale ha caratteristiche tali, dal punto di vista architettonico e decorativo, da meritare certamente uno dei primi posti fra più importanti edifici sacri italiani. La chiesa è l'esempio più importante dell'architettura normanna in Sicilia; fa parte di un complesso abbaziale di vastissime dimensioni, che si sviluppa tra il giardino del Belvedere, la piazza Guglielmo e la piazza della Cattedrale, concepito in modo unitario composto da Chiesa, Convento e Palazzo Reale. Il monastero comprendeva anche un chiostro, un ampio cortile, un grande dormitorio, due refettori (uno per i monaci infermi), la biblioteca e la sala capitolare, oltre a tutti gli spazi di servizio per quella che doveva essere in origine una cittadella fortificata ed autosufficiente, come testimoniano le tracce superstiti del sistema di torri che si trovano lungo il lato occidentale del complesso, inglobate nella cortina muraria (la Torre Fornace, la Torre Belvedere ). La leggenda dice che fu la Madonna a
volerlo, apparendo in sogno al re normanno Guglielmo II il Buono, suo
devotissimo, il quale (e siamo alla storia) nel 1174 dette l'avvio alla "grande
fabbrica", nei pressi di Palermo, chiamando al lavoro i migliori architetti, i
più esperti muratori e i più bravi mosaicisti, i quali, guidati a
quanto pare da una "mente greca", e cioè un architetto bizantino,
portarono a compimento sia la chiesa che l'abbazia, il palazzo reale e quello
arcivescovile. Certo è che la meravigliosa Chiesa riuscì una straordinaria sintesi di forme occidentali e orientali: al gusto nordico si affiancano elementi classici, tradotti ed interpretati dalle maestranze arabe e bizantine che ancora abitavano l'isola al tempo della costruzione e che lavorarono assiduamente al manufatto . La pianta della Chiesa è di tipo basilicale, a croce latina a tre navate, con il Santuario di forma Bizantina e senza cupola, lunga 120 m e larga 40 m., le navate sono separate da colonne quasi tutte originarie con archi a sesto acuto di intonazione araba e capitelli decorati, di squisita fattura. Il pavimento musivo in marmo bianco estratto dalle cave di Taormina con dischi in porfido e granito, venne eseguito dal palermitano Baldassar Massa negli anni 1561-1569. |