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Le
fontane
Di fontane, dalle più modeste
alle più ingegnose "machine d'acqua",
le menti storiche locali ne contavano circa 100.
Oggi. ad evocarci questo mormorio di acqua, restano, come più
rappresentative, le fontane del Pescatore e del Drago che, a distanza di
qualche centinaio di metri l'una dall'altra, s'affacciano sulla strada
risalente alla metà del settecento che, inerpicandosi per una serie di
tornanti, sale su fino alle pendici del monte Caputo.
Si susseguono esedre e splendide
fontane di marmo e pietra realizzate dallo scultore Ignazio Marabutti e la sua
scuola: la prima è la Fontana del
Pescatore, ricca di putti e delfini, superata la prima curva, la
Fontana del Drago, posta su una scalinata.
Più avanti la fontana ad emiciclo, di stile classico. Ancora oltre,
la fontana di piazza Vittorio Emanuele. Entrambi opere settecentesche di
Ignazio Marabitti, con il loro tripudio di teneri e ridenti puttini, con
l'ingegnoso artificio scenografico che le colloca entro
lo spazio naturale che le circonda aprono l'animo alla gioia, lasciandoci
immaginare passeggiate condotte negli assolati meriggi siciliani, e soste
ristorate dalla frescura degli alberi che le circondano e dal murmure lieto
dell'acqua limpida e cristallina che sgorgava dai loro anfratti rocciosi.
Ma, ancor prima di accedere al centro urbano, un'altra significativa
testimonianza di questa consuetudine civilissima e celebrativa, è dato
dalla fontana Barocca di Lodovico de Los Cameros mentre, tra quelle ancora
rinvenibili all''interno dell'abitato, segnaliamo la Fontana del Pozzillo,
adiacente le vicinanze della casa natale del poeta cinquecentesco Antonio
Veneziano, universalmente noto per i suoi versi e per il poema "La Celia".
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