appunti di volo
Monreale, tra i mosaici e il colle del Re

di Angelo

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MONREALE
A volo radente
Le fontane
Il Duomo
Il Duomo: l'esterno
Il Duomo: l'interno
Il Duomo: i mosaici
Il Chiostro

I dintorni di Monreale
CASTELLACCIO
SAN MARTINO DELLE SCALE

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La città si trova sulle pendici del monte Caputo, a 310 m. sul livello del mare, e domina la Conca d'Oro e la città di Palermo, dalla quale dista pochissimi chilometri (circa 8) e da cui è facilmente raggiungibile mediante i normali autobus di linea.
Fu costruita, a partire dal sec. XIII intorno al complesso architettonico del monastero benedettino di cui fa parte il magnifico Duomo, per motivi sostanzialmente politici, in una posizione prestigiosa che assicurava agli abitanti sicurezza e difesa, oltre che il dominio simbolico sulla valle.

Infatti anticamente era il monte Regale, uno dei parchi di caccia di proprietà della Corona della dinastia dei monarchi normanni che furono sempre sensibili alla bellezza ed alla ricchezza del paesaggio: Fu Guglielmo II, detto il Buono, che in questo splendido parco di caccia, edificò il monumentale complesso del Duomo, del Convento e del Palazzo Reale non solo per motivi di sicurezza in quanto situato in una posizione strategica per controllare la via di accesso a Palermo da Mazzara, ma anche per sottarre l'isola alla forte influenza greco bizantina.

Oggi Monreale è una delle mete turistiche più conosciute al mondo, famosa per la sua splendida Cattedrale, molto bella ed armoniosa. Attiguo al duomo è il complesso monumentale, un tempo sede del Convento dei Benedettini, destinato, tra l’altro, a sede della Galleria Civica d’Arte moderna Giuseppe Sciortino (Tel. 0916405443 ). Notevole lo scalone interno, di fattura barocca, realizzato in marmo di Carrara e di Billiemi. I restauri hanno portato alla luce numerose scoperte, tra cui locali sotterranei ed una splendida pavimentazione.

Del complesso monumentale fa parte anche l’Archivio storico, mentre, attraversato il grande atrio, si accede al belvedere, fitto di ficus centenari e dominato da una grande magnolia, ma un tempo, un tempo coltivato dai monaci a ortaggi e piante officinali,

Di fronte al Duomo si trova l’accesso alle grotte. Si tratta di cavità naturali che attraversano il sottosuolo del centro storico. Ricche di stalattiti, le grotte passano vicino alle falde freatiche e visitandole si sente il sommesso gorgoglio dell’acqua sotterranea: la località di Monreale abbonda di polle e sorgenti, alcune delle quali convogliate nelle belle fontane, opera del Torres.

Sul lato sinistro della piazza, il settecentesco Palazzo di Città che custodisce alcuni dipinti di pregevole scuola, tra cui : una tela di Antonio Pietro Novelli, l’Anapo di Siracusa di Antonio Leto, pittore monrealese dell’Ottocento, che si trova nella Sala Rossa destinata al Sindaco, in cui è custodita anche un gruppo scultoreo in terracotta del Gagini raffigurante la Sacra Famiglia. Di grande pregio i ritratti di Benedetto d’Acquisto e di Pietro Novelli, nonché un dipinto del fiammingo Matthias Stomer, raffigurante “L’adorazione dei pastori”.

Dunque la cattedrale è la principale attrazione, ma ci sono anche fontane e quartieri pittoreschi, ed altre numerose chiese.

L’antico quartiere del Carmine, posto a ridosso del Duomo, sul versante sud orientale, conserva ancora lo spirito originario con i caratteristici chiassi, (da chiazza, cioè piazza) spazi comuni nei quali al termine della giornata di lavoro i contadini e le loro famiglie sedevano ad ascoltare i benedettini che facevano opera di evangelizzazione e catechesi.
Un altro quartiere storico, a monte, al di là del corso principale della cittadina, è la Bavera, detta così perché abitato dagli esattori del fisco, all’epoca detti bavaresi. Una passeggiata può riservare gradevoli sorprese.

La Chiesa della Collegiata, opera settecentesca di Giuseppe Mariani da Pistoia, conserva nella parte esterna dell'abside un pannello in maiolina, di circa 50 mq raffigurante il Crocifisso con la città di Monreale ai suoi piedi , con il Patruzzu amurusu, che miracolò i cittadini dalla peste. La leggenda vuole che le rose dopo essere state “passate” sul crocifisso diventino taumaturgiche; il tre maggio, data in cui avvenne il miracolo della scomparsa dell’epidemia, si svolge la processione. All'interno vari opere d'arte tra cui uno stupendo Crocifisso ligneo su croce di tarataruga.