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I luoghi ed i promotori |
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Maratea (Basilicata) |
Dalla sponda occidentale del
fiume Noce, che rende fertile la piana di Castrocucco, con il suo doppio
raccolto di frutta e ortaggi, al canale di Mezzanotte, che tende sul pauroso
strapiombo (forse origine del nome) il filo del confine con la Campania,
Maratea dispiega una fascia costiera di suggestiva e rara bellezza, lungo la
quale è possibile osservare, fra l'altro, un complesso di otto torri
quadrate strategicamente erette su punte e alture per l'avvistamento e la
difesa dalle incursioni saracene o corsare.
Variegata di scogli e secche,
insenature e grotte (interessanti quelle di Marina), di grandi e piccole
spiagge, modellate quasi a misura umana, sabbiose o acciottolate, ferrigne o
calcaree, la costa si merletta di pini, ulivi, querce, carrubi ed elci, che
spesso si radicano chini sulle acque del mare come a volervi immergere la loro
chioma sempreverde, per trarne linfa immortale a perpetuare la benefica
frescura.
La secolare vegetazione,
risparmiata dall'aggressione del cemento, si adorna poi di selvaggi cespugli di
rosmarino, mirto o ginestra, i cui fiori, ravvivando la natura, profumano
l'aria di. esaltanti odori e insegue le pendici dei circostanti monti, ora
staglianti si sul mare con la solennità degli abissi, ora degradanti
sinuosi fino a sbiancarsi nella catena appenninica.
L'amenità del pittoresco
paesaggio, sulla trasparenza delle acque cangianti di mille colori, dallo
smeraldo al turchese al pervinca, si completa con gli infuocati tramonti che
avvam- pano il cuore del visitatore in una febbre che ricorda il mal
d'Africa,tanto è l'ardore che si sprigiona dalla magica atmosfera
tra realtà e sogno.
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