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In trekking da
BOLOGNA a FIRENZE per gli ANTICHI SENTIERI della "LA VIA DEGLI DEI"
Giovanni Cattabriga, Enrico Brizzi, Gianluca Storci |
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Annotazioni per un'edizione 'riveduta' delle pagine web Tra il 22 e il 27 settembre mi sono avventurato con due amici sul percorso descritto nella guida "La Via degli Dei", aggiungendo la parte Pza Maggiore - Badolo e Settignano-Pza della Signoria, tutto a piedi, con tenda, fornellino e zainoni da 15 chili. Per prima cosa vorrei ringraziare gli autori e i 'segnalatori' per aver reso possibile quest'esperienza, che è stata molto piacevole nonostante la pioggia battente dei primi giorni: da Bologna alla Futa possiamo davvero dire di aver nuotato, immersi nell'acqua e nella nebbia. Dopo, il sole e le vedute ci hanno ricambiato dei disagi iniziali. Da Piazza Maggiore a Paderno abbiamo sperimentato un percorso 'senza traffico' (più o meno), percorrendo via San Mamolo, salendo attraverso parco Chigi su via di Gaibola, arrivando in via dei Colli e salendo fino all'antenna di Monte Paderno per Via del Forte (primo panorama fino a Monte Venere e al Corno). Di qui si scende su via delle Lastre e si raggiunge Badolo da Sabbiuno e Pieve del Pino per strada asfaltata. La pioggia del secondo giorno ci ha fatto evitare Monte Adone (strada asfaltata fino a Brento). In località Cà di Sotto, prima di Monterumici, segnaliamo un problema: la pioggia, la nebbia e il cappuccio delle mantelle non permetteva un occhio di lince per le famigerate 'palle gialle'. Ci siamo affidati alla descrizione della guida e abbiamo rischiato di scendere a Lama di Setta! In realtà, ci si accorge quasi subito di aver sbagliato (la strada scende a precipizio mentre dovrebbe risalire) ma le indicazioni di pag. 23 suggeriscono di seguire la 'strada vicinale', quando invece occorre staccarsene, sulla sinistra, per seguire la carrareccia in salita che porta al Bivio Furcolo. Seconda difficoltà, dopo Monzuno, superato il campetto di calcio verso Monte Venere: le indicazioni del sentiero CAI 19 sono del tutto ambigue: la freccia più evidente, infatti, punta dritta sull'Agriturismo Le Campagne, che è una meta 'facoltativa' (per pranzi o pernotti). In questo caso il libretto è chiarissimo, ma non sarebbe male una segnalazione più chiara. Sul Monte Gradizzo, prima di Madonna dei Fornelli, le antenne del servizio idrometeorologico sono state affiancate da imponenti 'mulini a vento' e non esiste più la 'sbarra in legno' di cui si parla alla pagina 26. Il tratto Monte Bastione - Banditacce - Poggio Castelluccio, descritto molto bene sulla guida, non è segnalato altrettanto bene: di tutto il percorso è forse quello che ha più bisogno di essere rimarcato. In mezzo a un bosco piuttosto fitto, se si aggiunge la pioggia è facile perdersi. Noi, in ogni caso, siamo arrivati senza problemi fino a Traversa. Segnalo anche che la fornace per la calce di Piana degli Ossi è ormai quasi del tutto sommersa di rovi ed erbacce, che abbiamo solo in parte estirpato per ripararci sotto la tettoia durante uno scroscio più intenso degli altri. Da Traversa, vista la pioggia del giorno prima, abbiamo eliminato Monte Gradizzo, con la discesa 'scivolosa' verso l'Osteria Bruciata. Dalla Futa abbiamo seguito la strada per Firenzuola fino al bivo per Roncopiano e da lì siamo saliti fino al Passo. La strada è piuttosto bella e la si può segnalare come alternativa 'umida' alla precedente. Al Lagonaccio, la fonte indicata dalla guida è franata: l'acqua scorre mezza soffocata da terra, rami e aghi di pino: è impossibile riempire una borraccia e bere senza l'aggiunta di amuchina. Dopo il Lagonaccio, più o meno all'altezza del bivio per Cerro, anche la strada che scende a S.Agata Mugello passando per Montepoli è segnata con due segni gialli: non proprio palle, ma la differenza è minuscola. Non è un gran problema perché anche qui, giunti a Sant'Agata, ci si ricollega facilmente alla strada per Gabbiano e S.Piero, anche se è meglio chiedere perché, in fondo al paesino, i soliti segni gialli invitano a proseguire dalla parte opposta, a prima vista verso Scarperia. Da Piazza Colonna, a S.Piero, non ci sono palle gialle che indichino il cammino. Anche qui, la guida è piuttosto precisa, ma se si seguono i segni biancorossi ci si ritrova alla base del forte mediceo (e ci si accorge di aver sbagliato...). In seguito, non mi pare ci siano altri problemi fino a Firenze. Noi abbiamo pernottato al Pratone, dedicando l'ultimo giorno, il sesto, a una tranquilla discesa/visita della città. Dalla sbarra del Tabernacolo, il sentiero CAI FI 2 è segnato molto bene e offre vedute magnifiche su Firenze. Da Ponte a Mensola/Settignano fino a Piazza della Signoria il percorso cittadino è un po' lungo, ma chiedendo ai passanti si evitano le arterie più trafficate, passando pure di fronte alla Parrocchia dei Sette Santi fondatori dei Servi di Maria, che richiama subito il passaggio da Monte Senario. In generale, bisogna dire che la parte Toscana del percorso è senza dubbio segnata meglio di quella Emiliana. |