Sì, va bene. Siete venuti a Firenze per farvi i
vostri bei giri (e brutte code) ai musei. Avete deciso di andare a Palazzo
Pitti per poi stressarvi al giardino di Boboli (e solo lì vi renderete
conto di quanto sia calda Firenze d'estate!) Siete stati bravi! Cosa vi
è rimasto di tutte le 'nfilate di dipinti- pregevoli senza dubbio!- che
avete guardato? Forza, cercate di ricordare.... I vostri occhi sicuramente
avranno goduto coi colori di Tiziano o la preziosità di Raffaello, ma
è poca cosa rispetto all'impatto emotivo che vi propongo Siete
lì. Avete percorso via Guicciardini e non avete degnato di uno sguardo
la chiesa che domina la piazzetta. E' la chiesa di Santa Felicita; non è
niente di che, è vero, ma provate ad entrare..... Ecco subito sulla
destra la cappella Capponi Ecco soprattutto Pontormo Non importa se
questo nome non vi dice granchè. Lasciate perdere i manuali o i percorsi
turistici. Fatevi guidare dagli occhi. E dal cuore. E' una piccola
cappella, raccolta, che andrebbe visitata al mattino, quando la luce solare
entra ed illlumina i volti stralunati ed estatici dei personaggi. E' la
stessa luce che Jacopo Carucci detto il Pontormo- dal paese d'origine,
Pontorme, presso Empoli- aveva ben presente nello studio plastico delle figure.
In questa cappella- già Barbadori-,
acquistata da Ludovico Capponi nel 1525, lavorò per tre anni il genio
tormentato e dannato di Pontormo e venne affiancato nella volta dal giovane
Agnolo Bronzino. Già vi siete resi
conto della grazia e della disperazione presenti nella parete di fondo La
grazia dell'affresco con l'annunciazione fa da cornice al dramma della tela
della Deposizione (o meglio del Trasporto di Cristo al sepolcro) L'angelo che annuncia a Maria la buona novella non si
è ancora posato e il suo manto di un colore caldissimo quale è
l'arancione è ancora gonfio di una brezza non divina ma
naturale,terrena.Il bellissimo volto di tre quarti crea un precedente per tanta
pittura barocca. Ma a parte questo- che fa di Pontormo un precursore - come
poter restare indifferenti di fronte alla luce solare delle pelli che coincide
con quella del sole vero? E la Vergine,
allora? Spaventata e vezzosa, accenna un sorriso che è dentro di lei,
come dentro di lei si sta compiendo il miracolo della vita. La grazia e la
leggerezza subito scompaiono nel tormento e groviglio di corpi della
Deposizione. Lo vedete voi stessi: questa è una composizione tutta
giocata sul contrasto di colori caldi e soffusi quali il rosa e l'arancio e
freddi e spenti quali il metallico azzurro ed il verde di alcune vesti. Ed
ancora.. quello che forse ci colpisce è lo sguardo dei personaggi che si
rivolgono a noi come per ricordarci quanto sia fraterno il dolore. Non importa
se non esistono prospettiva o realismo nelle pose dei corpi: qui si racconta
una tragedia, quella di una madre- la figura più maestosa ,e tutta
vestita di freddo azzurro- che si vede strappare il figlio il cui corpo
è senza peso, senza peccato. Si racconta la mesta disperazione di un
omicidio già consumato ma di un lutto non ancora elaborato. Noi,
poveri uomini, assistiamo inermi al misfatto e siamo tutti lì, insieme a
quel personaggio un po' nascosto con la barba rossa all'estrema destra del
dipinto. E' lo stesso Pontormo, che firma questo capolavoro
chiamandosi dentro la tragedia: la passione di Cristo è diventata
"compassione", sofferenza comune e non è un caso che Pontormo ,
sensibilissimo, chiuda la sua esistenza solitario, nella follia. Altri
uomini, sulla volta della cappella raccontano il dramma: i quattro magnifici
evangelisti, racchiusi in tondi. San Luca e
San Giovanni, opera del Pontormo, guardano
altrove (al centro della volta un tempo c'era l'immagine del Padreterno),
mentre Bronzino
ci offre due splendidi ritratti di giovani (San
Matteo e San Marco) che cercano
con lo sguardo la nostra complicità. Il più pacato - e nello
stesso tempo malinconico e commosso- è sicuramente l'apostolo Marco.
Resterete abbagliati dalla grazia , dai colori di delicatezza floreale, da
come da un'immagine possa scaturire così forte il senso della vita e
della morte. Dopo aver visto QUESTO Pontormo sarete così pieni,
sazi, commossi da non desiderare nient'altro |
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