Matera: viaggio tra i sassi e le chiese rupestri | |||||||||||||
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Ritornati sulla Via Appia, al Km 580, sulla destra, a pochi metri dalla strada, si può ammirare la chiesa di S. Maria della Valle o la Vaglia, una delle più grandi chiese ipogee della città. La facciata in muratura, sormontata da una cornice con sedici arcatelle ogivali, mostra quattro differenti portali divisi da lesene. Sul fronte occidentale seminterrato è inserito un singolare quanto semplice rosone, costituito da un lastrone rotondo sforacchiato. L'interno, tutto scavato nel masso tufaceo, è a tre navate, divise da sei pilastri e il soffitto è a schiena d'asino. Notevole è la cappella di sinistra dell'altare centrale, ricca di affreschi; nella navata centrale si possono ammirare affreschi, decorazioni barocche e dipinti che si intravedono sotto la calce, in attesa di lavori di restauro. Di grande rilievo la rappresentazione del Cristo in trono, a piedi nudi, che indossa una tunica rossa ed un ampio mantello azzurro che si raccoglie in fluenti pieghe. Rientrando da via Nazionale e via Annunziatella; giunti in vista della Fontana monumentale posta davanti ai giardini pubblici, si prende sulla sinistra via Pentasuglia e quindi via d'Addozio che immette nel Sasso Barisano. Subito a sinistra della discesa vi è il grande Monastero di S. Agostino (1591) con il lato posteriore a picco sul profondo torrente Gravina e in parte sui ruderi dell'antico cenobio in rupe di S. Guglielmo. La chiesa di S. Agostino si sviluppa su una navata centrale con altari laterali, di cui alcuni scolpiti in pietra (sec. XVI) e altri in marmo (sec. XVIII). A sinistra dell'altare maggiore, per una porticina, in un piano lievemente inferiore, si possono vedere i resti della cripta di S. Guglielmo. All'interno si possono ammirare numerosi affreschi come la SS. Trinità e la Crocifissione. Dal sagrato antistante la chiesa si ha una visione panoramica varia e complessa. A sinistra si trova l'aspra Murgia, punteggiata da grotte preistoriche, da chiese rupestri come la Scordata e S. Giovanni, e dal profondo burrone. Di fronte, si snoda sulla sponda destra della Gravina la Civita e a destra il Sasso Barisano. Di questo complesso, merita un discorso a sé La Civita, la parte più antica della città. Le ricerche archeologiche hanno offerto prove che sia stato uno degli insediamenti preistorici della zona: nel momento in cui le tribù dei villaggi trincerati della Murgecchia, di Murgia Timone, si fusero con quelle della Civita, si venne a creare il primo nucleo della futura città. Su questo rione che termina a sperone svetta, con l'alto campanile, la Cattedrale. La Civita può essere considerata come una cerniera da cui si dipartono e si sviluppano da un lato il Sasso Barisano e dall'altro il Sasso Caveoso. Alle difese naturali furono aggiunte a mezza costa del colle mura e torri, ora in gran parte distrutte; rimangono su questo versante un residuo di mura, la Torre Metellana e la porta della Civita. Dopo questa sosta, si riprende a scendere per via D'Addozio e si incontra, sulla destra, la chiesa di S. Pietro Barisano. Chiusa al culto, è un esempio classico della fusione fra escavazione e costruzione. Pur essendo scavata nel masso, è chiusa da un'armonica facciata settecentesca, interamente costruita e illuminata da un rosone, quadrilobato; è affiancata da un campanile a due ripiani terminante a cuspide. La sua caratteristica è di essere una delle più grandi chiese di Matera scavata nella roccia. L'itinerario in breve: Via APPIA: LA VAGLIA - Via PENTASUGLIA - Via D'ADDOZIO: S. AGOSTINO, BELVEDERE, CIVITA, S. PIETRO BARISANO |