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di Andrea Piovano |
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La bellezza dalla sobria eleganza del paesaggio bene si accorda con la semplicità della cucina toscana e senese in particolare. In queste terre, gustare il piacere della tavola è assaporare una cucina, frutto della tradizione popolare. Gli ingredienti fondamentali sono pochi e amalgamati con cura e sapienza: lolio extra vergine di oliva, il pane di crosta dura, le erbe odorifere, il pecorino delle crete, il grano duro, il miele di Montalcino, il tartufo di San Giovanni dAsso e di Asciano, i salumi, le carni della razza chianina. Quanto al vino, il Chianti e il Brunello si distinguono tra i neri deccezione, mentre tra i bianchi si va dalla Vernaccia di San Geminiano al Bianco Valdarbia. Uno degli ingredienti più originali è il famoso pane senza sale, indispensabile per le tradizionali zuppe. In inverno si mangia la celebre ribollita, una minestra di fagioli riscaldata con laggiunta di olio, destate la panzanella: una mescolanza di pane raffermo, messo in acqua e quindi mescolato con basilico, cipolla, pomodori e acciughe, olio aceto e sale. Piatti semplici, ispirati alla cucina mediterranea, sono anche la frittata con gli zoccoli, i pici, ovvero gli spaghetti tirati a mano e conditi con sugo di carne o allaglione. Tra le carni, comè noto, domina la selvaggina, con la quale il Chianti celebra ununione perfetta. La carne viene cucinata sana e leggera: al calore della brace viva senza fiamma, lo spiedo e la graticola esaltano il gusto, senza laggiunta di grasso nei condimenti. Tradizionali anche le pappardelle sulla lepre, le fritture e la bistecca ai ferri. In ultimo i dolci, quali il Panforte e il Ricciarelli, che attingono direttamente alla secolare tradizione della farmacopea medievale. |