|
FEZ
Il cuore del Marocco più
antico, dichiarata patrimonio mondiale dall'Unesco,
Fèz è la più antica
città imperiale del Marocco. Eppure, diversamente da Marrakech, non ha
mai avuto una vera vocazione turistica, ancora oggi conserva molti segreti. Per
scoprire Fès ci si deve perdere, letteralmente, in quelle sue stradine
strette e tortuose e nella sua indescrivibile Medina, quasi un mondo a parte,
un vero labirinto popolato di venditori, artigiani, i fessini continuano a
considerarsi senza rivali nell'arte di scolpire il legno, di lavorare il gesso,
di creare splendidi arabeschi. La cosa che mi colpisce di più è
che certamente tutto questo è parte integrante del sistema di vita della
città, non è ad uso esclusivo dei turisti, ma la vita di Fez
è strettamente legata alla sua Medina, qui in queste strette vie si
trovala più grande moschea della città in cui al venerdì
si raccolgono centomila persone, purtroppo è aperta al culto e non
accessibile ai turisti si possono solo ammirare gli splendidi mosiaci che la
decorano, il grande cortile con al centro la fontana pe le abluzioni previst
dal Corano prima della preghiera, attorno alla moschea numerosi sono i
mendicanti, vecchi mendicanti che sono uomini alti e allampanati, chiusi entro
i sacchi sdruciti con il cappuccio che si chiamano diellabah e sono il
vestito di tutta la loro vita, spesso dagli occhi martoriati da oscure malattie
o chiusi da cataratte irrimediabili, a volte accompagnati per mano da bambini
che potrebbero essere nipotini ma non lo sono e porgono ai vecchi con dolcezza
e amore il boccone di pane, il resto di CocaCola lasciato sul tavolo. Vedi, in
quelle rughe che disegnano la faccia, i tratti dei contadini berberi, puoi
indovinare vicende che si ripetono qui in Marocco ma anche
altrove.
Ma per chiunque che abbia percorso
queste stradine non potrà dimenticare il passaggio degli asinelli e dei
muli carichi di merci, le stradine piccole non ne agevolano certo il passaggio
e tocca ai turisti farsi da parte per non esserne travolti, l'odore delle
spezie e della menta è soffocato dall'odore delle pelli provenienti
dalla conceria, dove ancora si trattano le pelli in grandi vasche all'aperto
con una puzza che toglie il respiro, dove la fatica e il lavoro degli uomini
somiglia molto a quello degli antichi schiavi. |
|