appunti di volo
Da Marrakesh a Rabat sulle strade dell'Atlante alla scoperta del Marocco

di Valter Canarelli
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L'arrivo a Marrakesh e subito un caldo "africano?" che mi avvolge e che finalmente mi scalda (quanto l'ho desiderato questo caldo nelle piovose giornate invernali), dai finestrini del bus che ci porta all'albergo comincio a guardare questo paesaggio fatto di palme e sabbia con gruppi di cammelli "parcheggiati " un po ovunque, più ci si avvicina al centro città e maggiore è il traffico eterogeneo fatto di biciclette, automobili più o meno vecchiotte, carretti trainati da asini muli e uomini , tutti insieme appassionatamente in un caos che trova il suo culmine nella piazza JEMAA EL-FNA che rappresenta il centro nevralgico della città e che animandosi verso il tramonto trova il suo culmine nella lunga e calda serata marocchina, la piazza si popola di saltimbanchi,incantatori di serpenti, giocolieri,acrobati, indovini, lottatori mangiatori di fuoco, curiosi, affaristi, gestori dei ristoranti all'aperto che accendono il fuoco di carbone sotto spiedini di carne e pentoloni di brodo dall'odore strano; A piccoli gruppi si cena alla luce di queste lampade fioche, seduti sulle panche intorno ai tavoloni unici dei buffet sotto le stelle nell'aria tiepida della sera, qualcuno già ha finito e si alza lasciando pochi resti nel piatto di terracotta decorata ai mendicanti in attesa alle spalle.

Ed ecco il primo mattino a Marrakesh sono le 6 le strade quasi deserte pochi carretti, ma piano piano la città si sveglia, torno su quella piazza a quast'ora quasi deserta, solo alcune bancarelle colme di arance che vendono spremute, mi lascio tentare dal profumo dei frutti e sorseggiando la bibita riesco ad ammirare questa piazza che il sole del mattino illumina rendendo ancora più intensi i colori pastello delle case che la circondano, intanto iniziano ad aprire anche i negozi del vecchio suk dove i commercianti ti tirano per un braccio con l'invito : «pour le plaisir des yeux», entrate solo per vedere,dove i prezzi dipendono dall'umore del venditore e dalla vostra abilità nel contrattare.

Ma il ricordo migliore di quel mattino è un banalissimo tè alla menta servito in caratteristiche teiere simil-argento, ma con un profumo ed un gusto indimenticabili. Seduto al tavolino di un bar sotto la torre simbolo di Marrakesh, IL MINARETO DELLA KOUTUBIA. Costruito tra il 1184 e il 1189. è l'originale della torre Giralda di Siviglia. E' alto 77 metri ed è meravigliosamente decorato all'esterno, guardo la gente di questa strana città passare sotto i miei occhi, i turisti soli o a gruppi si mescolano alla gente del luogo in questa città , scoperta dalle grandi firme della moda, rifugio dorato dei francesi prima della fine di ogni colonialismo, oggi Marrakech è una città cosmopolita, Scrittori, ereditieri, stilisti di moda (Yves Saint Laurent e Pierre Bergé sono stati i pionieri), fashion fotographers, creatori di immagine e avventurieri di tutti i generi hanno comprato le case più belle della Medina. Noto con piacere che le donne sono libere di scegliere l'abbigliamento e si passa così da donne velate come prevede ilcorano ad altre che vestono decisamente all'occidentale segno di una moderazione in ambito religioso che nulla ha da spartire con altre nazioni islamiche più tradizionaliste.