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La Palazzina di caccia di Stupinigi
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storia arte e arredo
Il primo impianto architettonico della Palazzina, progettato da
Filippo Juvarra tra il:1729 e il 1739 prevedeva il corpo centrale unito da
portici a grandi scuderie. L'architetto messinese aveva
incluso nel progetto il programma decorativo sul tema della caccia, incentrato
sugli affreschi del Salone centrale e dei vicini Appartamenti del Re e della
Regina, collocati nella pianta a croce di S.Andrea. Il successivo ampliamento,
voluto da Carlo Emanuele III di Savoia, è opera dell'architetto di corte
Benedetto Alfieri, che dal 1739 al 1767 realizza i due Appartamenti verso il
parco per i figli del re, i duchi di Chiablese e di Savoia, arricchiti da
decorazioni di gusto rocaille. L'arredo originale della
Palazzina, oltre alle decorazioni fisse, tappezzerie in seta, specchiere
intagliate, camini di marmo, boiseries dipinte, annovera capolavori di
ebanisteria piemontese, tra cui mobili di Piffetti, Prinotto e Bonzanigo. Tra i
dipinti, le grandi tele di Caccia di Vittorio Amedeo Cignaroli, le sovrapporte
con trofei di fiori e frutti di Michele Rapous, i papiers-peints e le tele di
animali esotici di Cristiano Wehrling. Nel 1919 Stupingi, mantenuta residenza
reale fino ai soggiorni della Regina Margherita di Savoia, passa al Demanio
dello Stato e al Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione
Antichità e Belle Arti. Viene allora istituito il "Museo di storia, di
arte e di ammobiliamento" che ambientò, accanto ad arredi già
presenti in palazzina, mobili e dipinti provenienti da altre residenze
piemontesi e dalla residenza di Colorno, già dei Borbone Parma. Con il
ritorno, nel 1925, alla proprietà dell'Ordine Mauriziano ha inizio la
storia moderna della Palazzina di Caccia e del suo Museo che venne rinnovato in
occasione del Centenario dell'Unità d'Italia nel 1961. Dal 1985
Stupinigi è oggetto di importanti cantieri di restauro architettonico,
decorativo e relativo all'arredo. |