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La prima idea di un grande
giardino sulla riva ovest del torrente Parma si deve a Ottavio Farnese, duca di
Parma e Piacenza. Scelta Parma come capitale, a metà del XVI secolo
Ottavio decise di stabilire la sua residenza fuori dal centro storico, a
rimarcare la propria indipendenza dalla nobiltà cittadina. Nella zona
oltre il torrente unì dunque diverse aree ortive e ne fece il parco di
una villa a sua volta ottenuta da un'antica pusterla.
Nel Parco trova posto il
Palazzo Ducale, imponente residenza dei Duchi,
sempre su disegno del Vignola. Sul finire del secolo, il giardino venne
arricchito con siepi di rosmarino e mirto, e poi querce, platani e abeti fatti
giungere appositamente dall'Appennino modenese. Non mancavano gli alberi da
frutta e gli orti, oltre a moltissimi agrumi in vaso, importati dalla riviera
di Salò e dalla Liguria e custoditi in inverno in capanni riscaldati.
Peschiere e boschetti, inoltre, rifornivano la corte di pesce fresco e
selvaggina. La costruzione della peschiera a ovest fu voluta da Ranuccio II
che, nel 1690, volle rappresentarvi una fastosa naumachia per festeggiare le
nozze del suo primogenito Odoardo con la figlia dell'Elettore Palatino. Solo con l'arrivo di don Filippo
di Borbone, nel 1749, Parma recuperava il rango di capitale e veniva
commissionato Tornando al Parco, sotto i
Borbone-Parma i giardini ricominciarono ad ospitare le feste legate ai
matrimoni ducali. Maria Luigia d'Asburgo, già moglie di Napoleone,
diventata duchessa di Parma e Piacenza, ordinò alcuni lavori di
ripristino del parco e del palazzo. Essa preferì tuttavia risiedere a
Sala Baganza e a Colorno, dove trasformò i parchi secondo il gusto
inglese. |