LO SCHERMO OLTRE LA
SIEPE Facoltà immaginativa" e "poetica" del cinema di Andrea Piovano |
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Il premio "Ludovico Alessandrini" - II edizione Bachid Benhadj: tra emarginazione e sogno La seconda edizione
del premio "Ludovico Alessandrini" (Recanati, 4-9 ottobre 1999) ha reso omaggio
allopera del regista algerino Bachid Benhadj, che, diplomato in Francia
allÈcole de Cinéma di Parigi nel 1975, da anni risiede in
Italia.
![]() Dal punto di vista stilistico "due cose colpiscono subito, con concreta immediatezza: il ritmo della cadenza narrativa e la bellezza pittorica delle immagini. [ ] Lazione è ritmo desistenza un ritmo che si snoda con il suo lento progredire e i suoi intensi momenti epici ed eroici e non chiusa struttura intimista. Il secondo elemento tuttintero pittorico, trasforma il mondo in scenario emblematico, come se lanimo volesse dissipare lorrore esaltando un equilibrio ideale". In occasione dellomaggio dedicatogli dal circolo del Cinema Reacanati, Bachid Benhadj ha rivelato la propria idea sulla "poetica" della settima arte: "[
] ci troviamo
(noi cineasti detti "poeti") davanti a questa equazione assurda: opera
poetica = opera difficile, opera cerebrale, noiosa e soprattutto non
commerciale. [
] La poesia non è linfa che appartiene soltanto ad
una elite ristretta, così come vogliono farci credere, ma al contrario
essa ci alimenta con ciò che si trova in ciascuno di noi poiché
sua sorgente sono le nostre emozioni, le nostre gioie, i nostri dolori, le
nostre esperienze personali. Anche lartista attinge alle sue esperienze
personali e la sua arte non è che il riflesso delle sue sensazioni nei
confronti del mondo che lo circonda. [
] cerco con il mio lavoro
cinematografico di mettere a nudo le questioni vitali della mia e della nostra
esistenza e di dare voce a coloro che sono gli emarginati e gli esclusi dalla
società. |