Museo
Nazionale Archeologico
E il più importante
dell'isola e il più ricco di documentazione: raccoglie materiale
proveniente dagli scavi compiuti in Sardegna ed è di straordinario
interesse per la conoscenza delle civiltà preromane. Nell'atrio, si tiene una esposizione temporanea dei materiali di
più recente acquisizione. Sala I, preistoria e protostoria sarda:
materiale ordinato topograficamente, proveniente dalle stazioni neolitiche ed
eneolitiche, dalle sepolture preistoriche in grotte (domus de janas) , dai
nuraghi, dai templi a pozzo e dalle tombe megalitiche (tombe dei giganti) di
età prenuragica (Venere di Macomer, Senorbì, Porto Ferro,
Alghero, Decimoputzu) , quelle bronzee*di epoca nuragica, i lingotti di rame
marcati con segni alfabetici minoici e le forme di fusione per gli utensili e
le armi di bronzo. Sala II: galleria statuaria, con statue, rilievi,
epigrafi e mosaici romani da vari centri della Sardegna. Giardino: cippi
miliari, altri documenti epigrafici e rilievi romani. Sala III e IV:
esposizione topografica di materiali provenienti dalle grandi città
punico-romane e da altre località dell'isola. Notare soprattutto gli
oggetti votivi (statuette, maschere, rilievi, monili, ceramiche, epigrafi, armi
ecc.) e le sculture monumentali fenicio-puniche. Sala V: medagliere con
esemplari di monete puniche, romane e bizantine. Alle pareti, busti imperiali,
frammenti di stucchi dipinti e congedi militari romani. Sala del Tesoro:
gioielli e amuleti fenici, punici e romani d'oro e argento, pietre dure
(importanti collezioni di scarabei fenicio-punici e di gemme di età
romana), pasta vitrea (collana di pasta vitrea colorata punica e coppa romana
di calcedonia da Olbia), avorio ed osso; vasi greci a figure nere e rosse,
bronzi fenicio-punici ed egizi ed una vasta, rara collezione di vetri romani.
I bronzetti antichi realizzati
dallXI al VI secolo a. C. costituiscono la testimonianza più
antica ed interessante della preistoria sarda. Le statuine, realizzate con il
metodo della cera perduta, raffigurano capi tribù, guerrieri, saverdoti,
madri e pastori devoti che offrono animali o messi, oppure esseri
soprannaturali con quattro occhi e quattro braccia.
Al piano superiore è situata
la Pinacoteca Nazionale, che custodisce dipinti di varie scuole,
provenienti soprattutto da chiese non più esistenti come quella di San
Francesco di Stampace Particolarmente significativi i retabli
quattro-cinquecenteschi (manufatti in marmo, stucco, metallo e legno decorato
con dipinti e rilievi, posti dietro laltare) dinflusso tardo-gotico
e di scuola iberico-fiamminga. Notevole la produzione locale di epoca
rinascimentale rappresentata dalla cosiddetta bottega di Stampace della
famiglia Cavaro. Tra i maestri catalani emergono i nomi di Joan Mates, Joan
Figuera, Raphael Thomas, Joan Barcelo, ma spiccano anche forti
personalità come gli anonimi Maestri di Castelsardo e di Sanluri.
Le opere dalla fine del XVI secolo a tutto il XVIII sono per lo più
dimportazione dal Continente italiano e vi sono rappresentate
particolarmente le scuole genovese, senese, pisana, napoletana e romana. Della
ricca collezione etnografica si può ammirare una significativa
esposizione di gioielleria sarda del XIX secolo e di armi da fuoco e bianche
del Sette-Ottocento. |