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Cagliari, le radici della memoria tra mare e collina

di Francesco e Angela

Museo Nazionale Archeologico

E’ il più importante dell'isola e il più ricco di documentazione: raccoglie materiale proveniente dagli scavi compiuti in Sardegna ed è di straordinario interesse per la conoscenza delle civiltà preromane.
Nell'atrio, si tiene una esposizione temporanea dei materiali di più recente acquisizione.
Sala I, preistoria e protostoria sarda: materiale ordinato topograficamente, proveniente dalle stazioni neolitiche ed eneolitiche, dalle sepolture preistoriche in grotte (domus de janas) , dai nuraghi, dai templi a pozzo e dalle tombe megalitiche (tombe dei giganti) di età prenuragica (Venere di Macomer, Senorbì, Porto Ferro, Alghero, Decimoputzu) , quelle bronzee*di epoca nuragica, i lingotti di rame marcati con segni alfabetici minoici e le forme di fusione per gli utensili e le armi di bronzo.
Sala II: galleria statuaria, con statue, rilievi, epigrafi e mosaici romani da vari centri della Sardegna.
Giardino: cippi miliari, altri documenti epigrafici e rilievi romani.
Sala III e IV: esposizione topografica di materiali provenienti dalle grandi città punico-romane e da altre località dell'isola. Notare soprattutto gli oggetti votivi (statuette, maschere, rilievi, monili, ceramiche, epigrafi, armi ecc.) e le sculture monumentali fenicio-puniche.
Sala V: medagliere con esemplari di monete puniche, romane e bizantine. Alle pareti, busti imperiali, frammenti di stucchi dipinti e congedi militari romani.
Sala del Tesoro: gioielli e amuleti fenici, punici e romani d'oro e argento, pietre dure (importanti collezioni di scarabei fenicio-punici e di gemme di età romana), pasta vitrea (collana di pasta vitrea colorata punica e coppa romana di calcedonia da Olbia), avorio ed osso; vasi greci a figure nere e rosse, bronzi fenicio-punici ed egizi ed una vasta, rara collezione di vetri romani.

I bronzetti antichi realizzati dall’XI al VI secolo a. C. costituiscono la testimonianza più antica ed interessante della preistoria sarda. Le statuine, realizzate con il metodo della cera perduta, raffigurano capi tribù, guerrieri, saverdoti, madri e pastori devoti che offrono animali o messi, oppure esseri soprannaturali con quattro occhi e quattro braccia.

Al piano superiore è situata la Pinacoteca Nazionale, che custodisce dipinti di varie scuole, provenienti soprattutto da chiese non più esistenti come quella di San Francesco di Stampace
Particolarmente significativi i retabli quattro-cinquecenteschi (manufatti in marmo, stucco, metallo e legno decorato con dipinti e rilievi, posti dietro l’altare) d’influsso tardo-gotico e di scuola iberico-fiamminga. Notevole la produzione locale di epoca rinascimentale rappresentata dalla cosiddetta bottega di Stampace della famiglia Cavaro. Tra i maestri catalani emergono i nomi di Joan Mates, Joan Figuera, Raphael Thomas, Joan Barcelo, ma spiccano anche forti personalità come gli anonimi Maestri di Castelsardo e di Sanluri.
Le opere dalla fine del XVI secolo a tutto il XVIII sono per lo più d’importazione dal Continente italiano e vi sono rappresentate particolarmente le scuole genovese, senese, pisana, napoletana e romana. Della ricca collezione etnografica si può ammirare una significativa esposizione di gioielleria sarda del XIX secolo e di armi da fuoco e bianche del Sette-Ottocento.