Via Veneto: emozioni da
dolce vita di Marilù Brancato |
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Il turista o il romano doc non può mancare una visita a Via Veneto, un museo allaperto di suggestivi ricordi che grazie al film di Federico Fellini La Dolce Vita (1960) rimangono come memoria storica di un periodo che sempre rimarrà legato a questo viale, comè successo per tante altre pellicole nella storia del cinema. Nel percorso si possono visitare l'antico ossario dei Frati Cappuccini nella Chiesa di Santa Maria della Concezione, oppure è possibile fermarsi a fare shopping tra le tante vetrine dei negozi alla moda. Oggi, oltre ai tradizionali e ultra famosi caffè di Via Veneto, si affiancano, anche se con qualche forzatura, locali come lHard rock caffè nel rispetto della buona e sana globalizzazione. Cimeli appartenuti a famosi personaggi del mondo musicale e cinematografico, sono la cornice ad un ambiente che offre piatti molto americani ad una clientela non del tutto alla ricerca della cucina tipica romana. Si cammina per Via Veneto e vengono in mente gli anni 50, quando la via si popolava, giorno e notte di personaggi in cerca di notorietà e di scandali. Solo uno scatto per ottenere la chance di diventare attore per recitare a Cinecittà o la possibilità di apparire su qualche rivista. L'immagine dei rotocalchi del periodo mostra i tavolini affollati di Doney, il locale aperto in quel periodo accanto all'albergo Excelsior; nel mezzo di un'aiuola che fa da cornice agli ospiti seduti al sole intrattenuti dalla musica di un suonatore ambulante, appare un vistoso cartello in inglese nel quale le persone sono pregate di "non lasciare veicoli incustoditi e di parcheggiare le automobili negli spazi vigilati". Il Doney, locale ancora oggi degno di una visita e di un allettante aperitivo, era frequentato soprattutto da turisti stranieri che alloggiavano all'hotel Excelsior. Sul lato opposto, ai tavolini di Rosati, cominciavano a farsi vedere invece attori, politici ed intellettuali italiani. Fra gli ospiti stranieri di Via Veneto notevole era la presenza del mondo cinematografico americano che, in quegli anni, rivolgeva l'attenzione a Cinecittà. Via Veneto, con i suoi alberghi, i suoi caffè, la sua dimensione internazionale, accoglieva in quei primi anni tutti i produttori Hollywoodiani che sceglievano come teatro dei loro incontri la via italiana per il cinema. Per gli aspiranti attori, sia italiani sia stranieri, e per la gente del cinema, Via Veneto divenne un salotto per le apparizioni e opportunità di scovare buone occasioni di lavoro. La strada non era stata comunque il solo polo d'interesse per il mondo artistico e culturale di Roma. Via Veneto è divenuta un simbolo della Roma di sera, come Via Condotti rappresenta la moda e lo shoppping. Per dormire suggeriamo oltre al lussuoso lhotel Excelsior, frequentato soprattutto da turisti stranieri, il nuovissimo Marriot Grand Hotel Flora alla fine della salita di Via Veneto. Passeggiando per questo viale che da Porta Pinciana scende giù fino a sfociare in Piazza Barberini non si può non pensare alla dolce Vita di Federico Fellini. Di certo oggi non cè più la speranza di incontrare come allora Anita Ekberg che cammina a piedi nudi o di vedere seduti ad un tavolo Cardarelli, Guttuso, Pasolini, Moravia o Calvino che chiacchierano davanti ad un aperitivo, ma il fascino e la bellezza di Via Veneto rimangono, e per un istante si possono rivivere le emozioni di quel periodo e sentire leco dei rumori, delle voci del popolo delle notti romane del passato. Da allora nuove tendenze e nuovi volti si susseguono tra i tavoli dei ristoranti e le hall degli alberghi, mentre latmosfera della dolce vita si cristallizza in un mito. |