|
di Angelo |
|||||||||||||
|
Oggi nel giardino si distinguono due
settori principali, corrispondenti rispettivamente alla parte più
antica, prossima al Ginnasio,
in cui le specie sono disposte secondo il sistema
sessuale di Linneo, e alla parte più moderna, prossima all'edificio del
Dipartimento cui l'Orto stesso è annesso - che rispecchia invece
l'ordinamento sistematico di Engler, il quale tiene conto dei rapporti
filogenetici delle famiglie. Poco distante dalla serra ed in
fondo al viale centrale, si trova l'Aquarium, un bacino di 24 comparti ottenuti ripartendo
radialmente tre settori concentrici in 8 parti. La vasca, la cui
profondità decresce verso il centro, ospita varie specie di ninfee, il
loto indiano Nelumbum nucifera e il Nuphar luteum. A breve distanza, si impongono all'attenzione la pianta più alta dell'Orto, un'annosa Araucaria columnaris, e la più grande, un gigantesco esemplare di Ficus magnolioides : una magnifica pianta di150 anni importato nel 1840 dalle Isole Norfolk, a largo della Nuova Zelanda, con 1.500 metri quadrati di ombrello, fronde che fanno ombra su una superficie di oltre 100 metri quadrati, le cui radici aeree, prima sottili liane pendenti dall'atto, sono diventate a loro volta tronchi che creano un'incredibile gabbia lignea. Un'altra parte dell'Orto, segnata da
un viale di splendide palme quali Washingtonia, Sabal e
Chamaerops, ospitava fino a qualche anno fa un "Giardino coloniale",
sede di ricerche applicate che hanno consentito l'introduzione di varie specie
di interesse economico. Rilevanti sono le collezioni scientifiche, alcune delle quali di notevole interesse biologico e applicativo; di esse, oltre alle palme e alle Cycas, si ricordano quelle relative alle Moracee (con gli esuberanti Ficus), Mimosacee, Rutacee (importante è la collezione di agrumi), le succulente delle famiglie Euphorbiacee, Aizoacee, Asclepiadacee, Liliacee con le espressive Aloe, Crassulacee e, principalmente delle Cactacee che sono rappresentate da numerosi generi in parte riuniti in una ricostruzione di deserto roccioso. Tra le curiosità botaniche vanno ricordate l'albero bottiglia (Chorisia insignis), noto anche come falso kapok e di cui esiste un suggestivo viale; l'albero del sapone (Sapindus mukorossi), i cui frutti, immersi nell'acqua, producono una schiuma detergente; la falsa cannella (Pimenta acris); il caffè (Coffea arabica); il sicomoro (Ficus sycomorus); la sensistiva (Mimosa spegazzini); la parmentiera (Crescentia alata) ed inoltre la canna da zucchero (Saccharum officinarum), la manioca (Manihot utilissima), la papaia (Carica papaya) e numerose piante da frutto tropicali. All'Orto botanico di Palermo si deve l'introduzione nel Mediterraneo del mandarino (Citrus deliciosa) e del nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica) come anche la reintroduzione del cotone (Gossypium sp. pl.) e le prime esperienze europee su piante utili come il ramiè (Bohemeria nivea), l'aleurite (Aleurites moluccana), la soia (Soja hispida) e recentemente anche il sorgo zuccherino (Sorghum saccharatum) oltre che su varie piante di interesse agricolo, officinale e decorativo quali Tabebuia ipe, Crinum sp. pl., ecc. Oltre alle collezioni viventi l'Orto
possiede anche consistenti raccolte di piante essiccate che si conservano
nell'Herbarium Mediterraneum, nel quale sono confluite anche quelle
storiche dell'Erbario siculo, attinenti alla flora siciliana, e dell'Erbario
generalecontenente campioni provenienti da territori extrasiciliani. Si tratta
di una struttura in costante evoluzione destinata a raccogliere i campioni
provenienti dal Bacino mediterraneo e da altre aree soggette allo stesso clima.
Complessivamente essa contiene diverse decine di migliaia di exsiccata
che costituiscono un cospicuo patrimonio di interesse scientifico e culturale.
|