INFO |
Ingresso: gratuito Orari: Lun. Mer. Ven. Sab. : 09.00 - 13.00
Mar. Giov. : 09.00 - 17.00 Periodo estivo: 09.00 - 18.00 Chiuso i
giorni festivi
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Via
Lincoln, 2/b Tel 091/6161493 |
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Collezioni
Oggi nel giardino si distinguono due
settori principali, corrispondenti rispettivamente alla parte più
antica, prossima al Ginnasio,
in cui le specie sono disposte secondo il sistema
sessuale di Linneo, e alla parte più moderna, prossima all'edificio del
Dipartimento cui l'Orto stesso è annesso - che rispecchia invece
l'ordinamento sistematico di Engler, il quale tiene conto dei rapporti
filogenetici delle famiglie. Molte specie esotiche, di provenienza
principalmente sudafricana, australiana e sudamericana, trovano
ospitalità nelle collezioni in vaso poste in piena aria e in varie
serre, una delle quali fu donata dalla regina Maria Carolina di Borbone, grande
mecenate dell'Orto. Costruita originariamente in legno e ferro, dopo un
incendio fu rifatta in ghisa nella seconda metà dell'800.
Poco distante dalla serra ed in
fondo al viale centrale, si trova l'Aquarium, un bacino di 24 comparti ottenuti ripartendo
radialmente tre settori concentrici in 8 parti. La vasca, la cui
profondità decresce verso il centro, ospita varie specie di ninfee, il
loto indiano Nelumbum nucifera e il Nuphar luteum. Attorno
ad essa, si sviluppa un intricato canneto di varie specie di bambù e
dietro, su una collinetta artificiale, vegetano varie succulente dominate da un
notevole esemplare di drago delle Canarie (Dracaena draco) e in una
libera ricostruzione di ambiente esotico subarido. Alla base della collina
è ubicato uno specchio d'acqua dove prosperano il papiro egiziano
(Cyperus papyrus) ed altre idrofite tropicali.
A breve distanza, si impongono
all'attenzione la pianta più alta dell'Orto, un'annosa Araucaria
columnaris,
e la più grande, un gigantesco esemplare di
Ficus magnolioides : una magnifica pianta di150
anni importato nel 1840 dalle Isole Norfolk, a largo della Nuova Zelanda, con
1.500 metri quadrati di ombrello, fronde che fanno ombra su una superficie di
oltre 100 metri quadrati, le cui radici aeree, prima sottili liane pendenti
dall'atto, sono diventate a loro volta tronchi che creano un'incredibile gabbia
lignea.
Un'altra parte dell'Orto, segnata da
un viale di splendide palme quali Washingtonia, Sabal e
Chamaerops, ospitava fino a qualche anno fa un "Giardino coloniale",
sede di ricerche applicate che hanno consentito l'introduzione di varie specie
di interesse economico. Tra quest'area, il nucleo originario ed il "nuovo
sistema" all'estremità orientale dell'Orto, una modesta superficie
ospita un boschetto dove convivono specie di vari continenti assieme alle
mediterranee; in continuità, si trovano ricostruzioni di aspetti
caratteristici di vegetazione tropicale quali la giungla costituita da Ficus
rubiginosa e il giardino delle succulente. Accanto al boschetto si trovano
un suggestivo palmeto e un ambiente a cycadee, di recente impianto.
Rilevanti sono le collezioni
scientifiche, alcune delle quali di notevole interesse biologico e applicativo;
di esse, oltre alle palme e alle Cycas,
si ricordano quelle relative alle Moracee (con gli
esuberanti Ficus), Mimosacee, Rutacee (importante è la collezione
di agrumi), le succulente delle famiglie Euphorbiacee, Aizoacee, Asclepiadacee,
Liliacee con le espressive Aloe, Crassulacee e, principalmente delle Cactacee
che sono rappresentate da numerosi generi in parte riuniti in una ricostruzione
di deserto roccioso.
Tra le curiosità botaniche
vanno ricordate l'albero bottiglia (Chorisia insignis), noto anche come
falso kapok e di cui esiste un suggestivo viale; l'albero del sapone
(Sapindus mukorossi), i cui frutti, immersi nell'acqua, producono una
schiuma detergente; la falsa cannella (Pimenta acris); il caffè
(Coffea arabica); il sicomoro (Ficus sycomorus); la sensistiva
(Mimosa spegazzini); la parmentiera (Crescentia alata) ed inoltre
la canna da zucchero (Saccharum officinarum), la manioca (Manihot
utilissima), la papaia (Carica papaya) e numerose piante da frutto
tropicali.
All'Orto botanico di Palermo si deve
l'introduzione nel Mediterraneo del mandarino (Citrus deliciosa) e del
nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica) come anche la reintroduzione
del cotone (Gossypium sp. pl.) e le prime esperienze europee su piante
utili come il ramiè (Bohemeria nivea), l'aleurite (Aleurites
moluccana), la soia (Soja hispida) e recentemente anche il sorgo
zuccherino (Sorghum saccharatum) oltre che su varie piante di interesse
agricolo, officinale e decorativo quali Tabebuia ipe, Crinum sp.
pl., ecc.
Oltre alle collezioni viventi l'Orto
possiede anche consistenti raccolte di piante essiccate che si conservano
nell'Herbarium Mediterraneum, nel quale sono confluite anche quelle
storiche dell'Erbario siculo, attinenti alla flora siciliana, e dell'Erbario
generalecontenente campioni provenienti da territori extrasiciliani. Si tratta
di una struttura in costante evoluzione destinata a raccogliere i campioni
provenienti dal Bacino mediterraneo e da altre aree soggette allo stesso clima.
Complessivamente essa contiene diverse decine di migliaia di exsiccata
che costituiscono un cospicuo patrimonio di interesse scientifico e culturale.
L'Orto botanico è dotato anche di una ricca biblioteca con migliaia
di opere molto pregiate e rare, la più antica delle quali risale al
1537. |