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La Processione è da sempre organizzata dall'antica Confraternita di Santa Croce della Foce che ha sede nell'omonima chiesa situata appena fuori dalle mura medioevali di Gubbio. L'origine della processione risale ai movimenti laici penitenziali del XIII secolo. Dalla metà del duecento in molte città, soprattutto dell'Italia centro-settentrionale, presero vita varie confraternite religiose. A Gubbio se ne potevano contare tre: la Confraternita del Crocefisso, quella di San Bernardino (detta anche Fraternità del Ponte Marmoreo) e la Confraternita di Santa Maria della Misericordia (detta dei Bianchi. I membri di queste confraternite venivano chiamati disciplinati, battuti, flagellanti dall'atto fisico del flagellarsi), oppure con termine più popolare "sacconi", dal grande saio col quale gli iscritti alle confraternite erano soliti vestirsi in occasione di cerimonie e processioni. Ad aprire la processione sono gli uomini
delle "battistrangole", uno strumento di legno percosso alternativamente su
ogni lato da maniglie di ferro che provocano un suono sordo e lugubre. Il ritmo
dello strumento rompe il silenzio della città di pietra, aggiungendo
ulteriore pathos alla processione. Nessun luogo viene dimenticato. Nell'attraversare il centro storico, la processione tocca tutte le sedi degli antichi conventi e degli oratori confraternali e dedica una sosta particolare alla sofferenza; la statua del Cristo viene esposta per un attimo nell'ospedale, gesto di conforto e speranza. Eugubini di ogni età seguono il sacro feretro o sostano ai lati del percorso con corale partecipazione e profondo raccoglimento. Parte centrale della processione sono le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. Il Cristo deposto è una scultura lignea, un capolavoro dell'arte cinquecentesca, mentre la Madonna Addolorata è un manufatto ottocentesco di provenienza faentina. ORDINE DELLA PROCESSIONE
II lento incedere della processione viene accompagnato da un canto antichissimo: il miserere. Il testo latino del canto è ispirato al più celebre dei salmi, composto da David tremila anni fa. Esso esprime profondi sentimenti di pentimento e un desiderio intenso di purificazione. L'autore della musica è ignoto, ma questo antico canto, tramandato oralmente, è miracolosamente sopravvissuto attraverso i secoli. Due gruppi di cantori si alternano nelle strofe: uno segue la statua del Cristo Morto, il secondo si stringe attorno alla Madonna Addolorata. I cantori del miserere e i portatori delle due statue, vestono un saio bianco ma si diversificano dal colore della "cappa" che vuoi ricordare l'antica appartenenza alle Compagnie presenti nella chiesa di Santa Croce: nera per la Compagnia del Crocefisso e blu per la Compagnia della Madonna del Carmelo. E' tradizione accendere grandi falò in varie parti del percorso della processione. Il fuoco come simbolo di purificazione e della richiesta di perdono a Dio. Fuochi e luminarie rendono quindi ancora più suggestiva la sacra rappresentazione. I fuochi vengono accesi in Piazza San Pietro, Via Dante e in Largo San Marziale, mentre le fiaccole disegnano il profilo di palazzi e monumenti cittadini. Le ultime luci del giorno lasciano spazio a quelle di fiaccole e falò. Bracieri accesi e grandi fuochi rischiarano le facciate di pietra del centro storico di Gubbio. Le battistrangole, il canto del miserere, il crepitio della legna che brucia, le preghiere, il rumore dei passi sul selciato conferiscono alla processione caratteristiche di forte suggestione.
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