|
Luogo di memorie storiche stratificate nel corso
dei secoli e fonte continua di sorprendenti scoperte, il complesso monastico
è un intreccio visibile di epoche. Unico in Italia e in Europa per concezione
espositiva e per sede, il Museo della
Città, allestito in un complesso monastico di origine
longobarda, consente un viaggio attraverso la storia, l’arte e la
spiritualità di Brescia dall’età preistorica ad oggi in
un’area espositiva di circa 14.000 metri quadrati, in quanto sono
confluiti da musei preesistenti materiali illustrativi degli aspetti
archeologici, storico- artistici, architettonici e urbanistici di Brescia. Il
suggestivo allestimento si articola in sezioni dalla preistoria al
Rinascimento, con importanti collezioni di arti applicate L’elemento che caratterizza e rende così particolare il museo è lo strettissimo legame tra "contenitore" ed oggetti esposti. Attualmente lo "scrigno" di Santa Giulia consta di circa 11.000 pezzi: reperti celtici come elmi e falere, ritratti e bronzi romani, testimonianze longobarde, corredi funerari, affreschi, collezioni d’arte applicata e manufatti dal Medioevo al XVIII secolo. Simbolo della città è la Vittoria alata, il grande bronzo che recenti studi hanno rivelato essere di quattro secoli più antico di quanto si credesse, trattandosi di un originale greco raffigurante Afrodite e destinato al santuario di Rodi. Arrivata a Roma come bottino di guerra, la statua fu donata a Brixia e trasformata con l’aggiunta delle ali in una raffigurazione della Vittoria. Monastero femminile di regola benedettina, fatto erigere dal re longobardo Desiderio e dalla moglie Ansa nel 753, San Salvatore e solo in un secondo momento assunse la dedicazione a Santa Giulia, ricoprì un ruolo di primo piano – religioso, politico ed economico – anche dopo la sconfitta inferta ai Longobardi da Carlo Magno. La tradizione, ripresa dal Manzoni nell’Adelchi, vuole che in Santa Giulia si consumasse la drammatica vicenda di Ermengarda, figlia del re Desiderio e sposa ripudiata di Carlo Magno. Al monastero furono concessi particolari
privilegi che i Carolingi, dopo la sconfitta di Desiderio, confermarono ed
ampliarono, accumulando così potere ed enormi ricchezze con possedimenti
e attività economiche distribuiti in buona parte dell' Italia. Ad evidenziare maggiormente la ricchezza e
l’importanza del monastero sono infine l’apparato decorativo
La costruzione della chiesa di S. Giulia iniziò dal presbiterio forse nel 1466 e fu ampliata, dalla parte della navata, nel 1599. A lungo adibita a sede del museo dell'Età cristiana, ospita attualmente manifestazioni culturali e mostre temporanee. L'interno è a una navata; gli affreschi nel presbiterio sono di Paolo da Cailina il Giovane e di Floriano Ferramola, del quale è da notare una grande Crocifissione. L'antico oratorio del monastero, denominato Santa Maria in
Solario , fu costruito nel sec. XII e restaurato nel 1878. Nell'oratorio è stato ricollocato il cosiddetto tesoro di Santa Giulia, costituito da oggetti di importante valore devozionale riccamente ornati tra i quali spicca l’imponente Croce di Desiderio, circondata dagli affreschi cinquecenteschi dell’aula superiore e sovrastata dalla grande cupola emisferica punteggiata di stelle. Elemento nodale nelle architetture del monastero è il Coro delle Monache, capolavoro del Rinascimento a Brescia, recuperato alla sua originaria funzione e impreziosito da uno dei cicli pittorici più significativi della città (Floriano Ferramola, Paolo da Caylina il Giovane). Infine segnaliamo uno splendido insieme residenziale d’epoca romana (I sec. a. C. - IV sec. d. C.) con circa quaranta ambienti, riccamente ornati, denominato Domus dell’Ortaglia, riportato alla luce in numerose campagne di scavo archeologico. La musealizzazione delle domus, condotta nel
2003, oltre ad arricchire il percorso dedicato alla città romana
all’interno del Museo di Santa Giulia, |