Intorno a Cesare
Pavese di Andrea Piovano |
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"Il mio paese sono quattro baracche e un gran fango, ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino. Siccome ripeto sono ambizioso, volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti: "Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là". Cesare Pavese nacque a S.Stefano Belbo nel 1908 da una famiglia di origine contadina. A Torino, dove frequentò il liceo conobbe e rimase affascinato da un suo professore, Augusto Monti, scrittore antifascista. Laureatosi in Lettere si dedicò all'insegnamento. Nel 1933 infatti, iniziò l'avventura con l'Einaudi, insieme con Carlo Levi, Massimo Mila e Leone Ginzburg. Intanto era collaboratore della rivista "Cultura" (che nel '35 verrà soppressa dal governo fascista) e iniziava a dedicarsi con successo alla traduzione di romanzi americani. Nel 1935 iniziò il periodo del Confino. Pur non appartenendo al movimento antifascista, fu condannato a tre anni di confino a Brancaleone Calabro a causa di alcune corrispondenze di nuclei antifascisti recapitate presso di lui. Riuscì a tornare a Torino alla fine del Marzo del '36 e iniziò a scrivere una sorta di diario - zibaldone: Il mestiere di vivere. È dello stesso anno Lavorare stanca . Nel '41 pubblica Paesi tuoi e inizia a lavorare a Feria d'agosto, che concluderà nel '44. Negli anni dal '43 al '45 si rifugia nel Monferrato e dopo la Liberazione, prese la tessera del partito comunista. In questi anni arrivarono i successi sia di critica che di pubblico. Nel '45 pubblicò I dialoghi con Leucò, nel '47 Il compagno, nel '48 Prima che il gallo canti. Nel '50 pubblica La luna e i falò e gli viene conferito il Premio Strega per La bella estate. Pochi giorni dopo, il 27 agosto, cesare Pavese muore suicida in una camera d'albergo dell'hotel Roma, in piazza Carlo Felice, vicino alla stazione di Porta Nuova a Torino. |